Commento al Sogno dopo la lettura del Festival: Vanna

Mai stuzzicare uno psicanalista con un sogno – di Vanna Bigazzi

                                                           

In quello “stato intermedio” fra sogno e realta`, piu` sogno che realta`, ma anche la realta` e` sogno, in questo caso, perche` “i passetti del gatto non li avevo piu`”. Stanze vuote come i vuoti che nella vita non si sono potuti riempire: rimpianti, quasi sensi di colpa, come amorose coltri a lenire il dolore. “Il suo ultimo Natale”: come non festeggiare il proprio irrinunciabile spazio, quello a cui abbiamo assolutamente diritto, il proprio personale… Un desiderio di liberarsi da quest’ansia, ma le coperte delle proprie “resistenze” sia pur larghe, lo impediscono. La parte istintiva diceva: “Dormi… sei protetta dal naturale impulso, non ti preoccupare…”. (Il gatto e` inequivocabilmente l’istinto). Un mercato di cose inutili ti aveva distolto ma era necessario ritrovare la via di casa, quella indicata dalla propria natura. Non piu` “il gioco antico” a ipnotizzare la realta` ma la necessita` di astrarsi, almeno per un poco, in una bolla bianca che ti difende insieme all’altra parte di te. Una suora, quella tua interiore, senza vocazione, con un rossetto da mettere di notte, al chiarore della luna: una trasgressione all’interno della preghiera, un desiderio di cose lontane, sfumato da un velo celeste. Un alter-ego, la sorella, desideroso d’infanzia, di quel “fanciullino” che sempre protegge. La protezione anche delle cose antiche che ci hanno rassicurato da bambini, gli odori, i gesti immutabili, certi. Poi il risveglio: “una fetta di luce fresca riusci` a colpirmi gli occhi”. La luce e` FRESCA perche` il sogno ha alleggerito l’inconscio attraverso un percorso a ritroso “guaritore” in cui e` avvenuto il ricongiungimento salvifico con le sicurezze primarie che, solo l’infanzia, con i suoi impulsi genuini e con la forza della sua natura, puo` rimettere in vigore.

Cara Cecilia, il tuo brano che tocca il sovrasensibile, mi ha suggerito questa interpretazione, senz’altro non richiesta, ma forse interessante ed utile giacche` di “sogno” si parla. Mi scuserai se sono stata “Interpretativa” e per questo, se credi, non importa renderlo pubblico in quanto personale. Rimarra`, se credi, uno scambio fra di noi. Mi e` piaciuto comunque esternartelo perche` bellissimo. Un caro abbraccio Vanna.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “Commento al Sogno dopo la lettura del Festival: Vanna”

  1. Sogno e realtà che si intrecciano e si prendono per mano.Questa chiave interpretativa la leggo come una serie di pennellate a composizione ulteriore del quadro suggestivo già dipinto da Cecilia.L’immagine della suora che si tinge le labbra di notte è tenera nella sua trasgressività.

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