IO VI DOMERO’ – di Simone Bellini

I miei cari vecchi anfibi, compagni di tante camminate nei boschi in cerca di funghi o in scoperta di incantevoli laghi montani, stremati dai tanti anni insieme, decisero che ormai il loro tempo era finito e mi lasciarono senza suole in un sentiero ciottoloso mentre visitavo le cave di marmo di Carrara. Ci stavo bene in quegli anfibi perché, nonostante arrivassero a coprire il polpaccio, erano abbastanza leggeri, merito della suola che non era cucita alla vecchia maniera ma pressofusa, incollata così bene da durare tutti quegli anni.
Da qui l’urgenza di sostituirli con un paio di scarponi che fossero forti e magari anche più longevi, definitivi insomma da durare una vita.
Fu così che, passando da un paesino di montagna, li vidi esposti in bellavista a saldo . Avevano l’aspetto di una solidità comoda e rassicurante . A differenza degli scarponi moderni ( leggeri e tecnologici ) questi erano in vero cuoio con suole ben scolpite, indistruttibili ! Il tutto cucito con uno spago alla vecchia maniera. Le caviglie erano avvolte con del morbido cuoio imbottito . Infine lacci rossi per dare un look più moderno al loro aspetto vintage. Tutto ciò mi convinse a comprarli.
Alla prima occasione, una passeggiata nei boschi, li provai; effettivamente erano un po’ pesanti, ma quel senso di robustezza mi rassicurava ad ogni passo facendosi sentire, però, anche sulla pelle del mio tallone, tanto che dopo qualche ora era afflitto da una dolorosa galla.
– Va be’- pensavo – sia la pelle mia che quella dello scarpone si devono adattare.-
Li provai più volte, sia in cerca di funghi, che nelle passeggiate con la famiglia, in ogni occasione buona per indossarli. Dovevo domarli!
Ho provato a trattarli con la sugna, a battere col martello nei punti più duri.
Niente, non volevano cedere! Ogni volta era una sofferenza indossarli.
IO… VI… DOMEROOOO’!!!!!
In occasione di una bella nevicata sulle montagne pistoiesi un mio amico mi invitò ad una ciaspolata di gruppo. Quale occasione migliore per metterli ancora alla prova. Lo scenario era meraviglioso, la giornata splendida, il vento aveva modellato in orizzontale i ghiaccioli sugli alberi bianchi di neve come tutto il paesaggio. Il freddo che di solito è secco, era pungente e umido della pioggia caduta il giorno prima. IO ODIO IL FREDDO! Il gelo mi era entrato nelle ossa, i miei poveri piedi non li sentivo più tranne il dolore che mi procurava la nuova galla. E vvaabbene BASTA !! Non ne posso più, mi arrendo, MI AVETE DOMATO, non vi metterò mai più scarponi malefici!!!
Bello, grazie
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Vedo uscire una bandiera bianca anche dai tuoi scarponi…si arrendono alla loro ” rigida educazione” avevano bisogno anche loro di te , del tuo passo, delle tue battute, del tuo sorriso non sguaiato, per essere più “amorevolmente comprensivi.”
DIGNENE CHE UN SANNO ICCHE HANNO PERSO…..
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L’alternativa è non dare soddisfazione a chi non ti capisce!!! Concordo con Rossella: non sanno CHI perdono quelle scarpe arroganti!
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Come ti capisco caro Simo! Io mi sono arresa molto prima… Non ho nemmeno provato a domare due paia di scarponcini nuovi! E alla prossima passeggiata cosa fai?
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