Le mie scarpe – di Tina Conti

Si, anche le scarpe aiutano nel gioco della vita di una donna .
Un tempo,in famiglia erano la meta da guadagnare con fatica, oggi tutti ne abbiamo per usi diversi.
Quando ho avuto un paio di scarpine bianche con il laccetto alla caviglia mi sono sentita molto felice, il guaio è cominciato in seguito, non si prestavano a salire sugli alberi e a giocare con il fango.
Ricordo quanto le ho strusciate con la spugna e poi da asciutte passate tante volte con quel preparato che sembrava un gesso per la lavagna, per riportarle a uno stato decente di bianco.
Noi bambini ci passavamo le scarpe e i sandali, che ,qualche volta, venivano spuntati sul davanti per non far soffrire le dita che ci erano cresciute dentro.
Le scarpe nuove erano un evento in famiglia, riservato a occasioni particolari: un matrimonio, la prima comunione, un viaggio.
I tempi sono cambiati, oggi,abbiamo tutto in eccedenza, cosi, per contenere le scarpe sono nate le scarpiere.
Mi affascinano quasi tutti i tipi di scarpe e ne posseggo tante.
Le abbino ai vestiti e alle occasioni, sono però poco disposta a soffrire per il mal di piedi, per cui otre a domarle, in genere, portandole in casa per qualche tempo le ammorbidisco con creme e martello.
Ne posseggo di colorate e di modelli diversi, importante però che non mi facciano soffrire. Per un periodo, mi sono interrogata sul perché, dopo un po’, sentivo dolore ad un piede. Ho scoperto da poco che ho un dito più lungo al piede sinistro che mi ha portato a chiedere un numero superiore al negoziante, avendo una scarpa lunga e una giusta.
Le decolté colorate sono la mia passione, come gli scarponcelli a tronchetto
Le ballerine mi fanno venire i mal di schiena, confesso di avere anche delle scarpe rifinite con intarsi argentati e un paio con lustrini.
Le conservo per molto tempo e non le rovino a volte mi è capitato di indossarne un paio e dopo pochi passi vedere la suola che si stacca, ho saputo che è il tempo a combinare questi guai, per questo, a chi va a fare camminate, consigliano di portarsi dietro un nastro plastificato per contrastare questa emergenza.
Una volta mi sono fatta fare degli scarponcelli marrone chiaro da artigiani in città, mi sono trovata cosi bene che ho accettato con fatica la loro usura senza rimedio.,mi fermo spesso in quel negozio, ma non ho ritrovato il coraggio di scegliere di nuovo un paio di scarpe.
Quando comincia la bella stagione mi piace stare scalza per casa, al mattino esco in giardino e cammino scalza. Sul prato e sul selciato di pietra del piazzale, non mi danno noia le pietrucce e i sassolini, i legnetti. i noccioli delle olive che gli uccelli lasciano cadere in volo, mi sono tanto divertita da bambina sul fiume e sui prati che oggi è diventata una abitudine a cui non so rinunciare.
Così col caldo ho i piedi come una brava contadina.