“I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma quello che siamo” (Fernando Pessoa)
Viaggiare insieme tra sogno e realtà, tra ricordi e desideri, tra piccole strade di città o in ampi continenti, tra paesi e borghi inattesi, da una curva all’improvviso a un terrazzo dove stendere i panni. La vita e la bellezza è ovunque. Dovunque abbiamo voglia di trovarla.






Abbiamo fatto vivere Istambul, e la Turchia degli anni 70, la Cina, il Libano, Parigi, ma anche le Alpi, i rifugi in montagna, il trekking con le sue fatiche e magie. Abbiamo visto il Saltino e i suoi angoli di pace, Firenze che resta “la città più bella del mondo”, i cieli visti da una macchina con il tetto trasparente e il punto di vista insolito di chi guarda con gli occhi all’insù. Abbiamo visto pericoli non visti e momenti drammatici imprevisti, la serenità di certi paesi poveri, il Portogallo e la Grecia, l’Abruzzo e la montagna che accoglie.
L’incoscienza dei viaggi giovani e la pacatezza di piccole escursioni mature, sensazioni di estremo e di confine, di stare a metà tra un mondo e l’altro. La libertà e la dittatura, lo sguardo del turista e di chi abita per un po’ un mondo diverso dal consueto.
Abbiamo visto facce, sentito mani, confrontato abiti, scarpe, modi di camminare, abbiamo visto bazar, mercati, frutta e colori, chador e tappeti, coperte e cieli stellati. Abbiamo visto vecchi pullman e traghetti, piccole macchine stracariche e strade polverose.
Come dice Nadia: “Abbiamo viaggiato tutti insieme, usando tutte le leve di un viaggio che non necessariamente prevede auto, aereo o treno. Spesso basta il pensiero e la voglia di continuare a sognare”.
