L’Immacolata delle scelte – di Rossella Gallori

Aveva pensato di esorcizzare la sua solitudine, con una bellissima fascia di maglia melangiata in testa, un braccialetto sfacciato, scarpe comode e voglia di camminare. Gambe quasi buone e voglia di scoprire qualcosa, furono la molla che la fece uscire in una giornata fredda e ventosa, in un posto quasi sconosciuto.
Dopo un sentiero croccante di foglie, si trovò difronte ad una radura di un verde dalle mille sfumature, il sole scherzava tra le nuvole ricamando sul tetto del grande edificio un intaglio delicato.
Sul portone spiccava una targa in oro “ ISTITUTO FEMMINILE SANTA CHIARA IMMACOLATA DELLE SCELTE”
Si meravigliò di tanto candore, di piccole finestre spalancate, di sbarre di ferro battuto dall’ aria fragile, di voci delicate, di una musica impercettibile; curiosa si avvicinò ed accorgendosi che la porta era aperta entrò, sulle pareti del lungo corridoio quadri senza cornice e grandi cornici senza immagini. Vasi su cassapanche sbucciate dagli anni, rose bianche, foglie secche, spine nere di fiele, papaveri rossi, su ogni mazzo ciondolava un piccolo cartoncino: scelta numero1….2…..3….4……tanti fiori, tante scelte.
Varcò la soglia del grande salone, si stupì di trovare vecchie fanciulle appollaiate su alti sgabelli, lo sguardo fisso, triste, verso preziose finestre incorniciate da Pizzi macramè svolazzano per la leggera brezza, a labbra appena socchiuse ognuna parlava di sé:
ho scelto per paura la strada più facile, venivo da una famiglia solida, non avrei rinunciato al benessere….
La solitudine mi ha fatto scegliere uomini sbagliati, mi ha fatto dimenticar la famiglia, far figli senza amore….
Ho cavalcato l’onda e dall’onda son stata travolta…
Potevo scegliere ma credevo di non poterlo fare, son stata ad aspettare il meglio, un meglio che non è mai arrivato…
Si sedette in un angolo coinvolta e sconvolta da parole cupe e sguardi persi, allontanandosi pensò a se stessa, quando voleva scappare da una cosa vuota del suo unico amore, e non lo aveva fatto, quando da bimba lavorava in casa, facendo finta di divertirsi, quando decise di smettere di studiare per aiutare la famiglia, quando si sposò con un paio di lenzuola e due asciugamani, fingendo che niente le servisse, quando decise di restare e sarebbe stato meglio andare, quando aveva ignorato una vita migliore….perchè così andava fatto per non dispiacere agli altri, ignorando se stessa……quando, quando, quando…
Una mano leggera le sfiorò la spalla destra distogliendola dal torpore dei ricordi: la sua stanza è pronta, disse una voce morbida, accogliente…..al primo piano reparto “scelte non considerate”…lo seguì a testa bassa guardandosi intorno ad ogni passo….forse era già stata li.