Testimonianza di una ricamatrice – Lavoro è anche autostima
Intervista di Cecilia Trinci e Riccardo Massai con Roberta e Roberto Tucci
Testimonianza di una ricamatrice – Lavoro è anche autostima
Intervista di Cecilia Trinci e Riccardo Massai con Roberta e Roberto Tucci
“IL COMPITO DI UN GUERRIERO E’ QUELLO DI TRASFORMARE IL PROPRIO MONDO IN UN TERRENO DI CACCIA” (Carlos Castaneda)

La scelta – di Cecilia Trinci
Non mi ha soltanto lasciata sempre libera di scegliere.
Mio babbo ha fatto di più.
Mi ha insegnato a scegliere ogni volta.
E io ho imparato.
Mi ha insegnato che per prendere la strada davanti a un bivio bisogna ascoltarsi bene, sentire da dove viene la voce che ci chiama e andare.
Senza avere paura di cosa penseranno gli altri, di quello che comporterà e nemmeno delle nostre paure.
Ho imparato. E quando è toccato a me insegnare a farlo, ho usato le sue parole e le ho ripetute: “Scegli la via che ti chiama e non avere paura”.
E così anche mia figlia ha sempre scelto.
Più tardi ho letto un libro: A scuola dallo stregone di Carlos Castaneda:
“Esamina ogni strada con accuratezza e ponderazione.
Provala tutte le volte che lo ritieni necessario.
Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda:
Questa strada ha un cuore?
E’ l’unico interrogativo che conti davvero. Se il cuore ce l’ha, la strada è buona. Se non lo ha, non serve a niente.”(Carlos Castaneda).
A mio padre – di Lucia Bettoni

Non ricamerò sotto la pergola
Non starò a capo chino senza guardarti negli occhi
Sono salita sul tetto della nostra casa nel punto più alto
Mi sono seduta sui coppi di terracotta e ho
guardato le nuvole sparire all’orizzonte
Oltre la collina la vita mi chiamava
Era la mia vita e io non avevo scelta
Sono partita per un lungo viaggio e sono tornata dopo mezzo secolo
Con cura e con amore restauro ciò che mi hai lasciato
Abbiamo scelta? – di Laura Galgani

“Dio vuole che ci poniamo delle domande, non che troviamo risposte“ Papa Francesco, Epifania 2022.
Non avevamo scelta. Mi sorprendo a riflettere su questa affermazione e chiedermi se per me sia vera.
Lo è, a livello personale? E ancor più, in senso collettivo? Non so dare subito una risposta. Devo interrogarmi in profondità.
Il principio di causa-effetto mi si presenta alla mente per primo: ogni fenomeno cela dietro di sé la spinta che lo ha determinato e produce a sua volta degli effetti. Quindi, una non – scelta è il frutto della mancanza di determinati presupposti. È il ripetersi di una simmetria in equilibrio.
Se non si sceglie, come individui o come collettività, è perché non sono maturate le condizioni per poterlo fare.
Che si tratti di non ricamare più, di partecipare al gruppo delle Matite o meno, di rovesciare un tiranno dal trono o no.
Ma allora mi chiedo: cosa accade, esattamente, nel momento in cui le condizioni di simmetria che fino a quel momento avevano portato ad una non – scelta, e quindi al ripetersi dello status quo, improvvisamente cambiano, e l’equilibrio si rompe, determinando una rottura che sfocia in un cambiamento, anche radicale ed improvviso?
Chi, o che cosa, sceglie, goccia dopo goccia, passo dopo passo, parola dopo parola, di introdurre nei fenomeni piccoli mutamenti, che, sommandosi, ad un certo momento – non prevedibile – portano alla rottura dell’equilibrio precedente e al nascere di un nuovo scenario?
La simmetria infranta, la fluttuazione del vuoto che si riempie di materia, da cui è nato l’universo, è stata una scelta?
Perché quel nucleo iniziale, che immagino denso e stabile, ha voluto provare un brivido, una scossa, divenendo cosciente di sé e differenziandosi da quel tutto in cui esisteva in maniera perfetta?
Tutto è determinato da ciò che è e ciò che è stato.
Nel mio piccolo posso solo accettarlo e decidere di vivere fluendo dentro il flusso della Vita, che è perfetta così com’è.