SIAMO SEMPRE TRE… – di Rossella Gallori

Il treno per fortuna era partito in orario, lei era salita distrattamente, si accorse subito di uno strano brusio, di sorrisetti scemi, di un odore strano: un misto tra profumo intenso e puzza di animale selvatico. Si sedette cercando di non toccare niente, pur sapendo che il niente, forse era inutile…guardava l’ acqua fiorentina che scorreva parallela alle rotaie, una gara senza vincitori, né vinti. Per fortuna Natale, Santo Stefano e San Silvestro erano passati tra dolci, telefonate e messaggi, poca compagnia, ma ormai questo era “oggi” cercava maledettamente di spengere il cervello, su un locale in quasi corsa per Firenze/ Campo Marte.
Quando le risate aumentarono, fu costretta ad ascoltare:
Ma dove son saliti?
Ma come son vestiti?
Ma uno è nero? O mi sbaglio?
Ma come han fatto a salir con “le bestie”
O icche c’hanno in capo?
I soliti extracomunitari, oh quanti ce n’è?
Per me gliè un gruppo rocche!
Oh che puzzo!
Oh che profumo!
Siee e ve lo dico io, son quelli di cinema, comparse che un n’ hanno fatto in tempo a cambiassi.
Stufa del cianìo si alzò.
Si, mi alzai, diciamo la verità, è dura la terza persona quando racconti ciò che è accaduto; le Sieci erano passate, Rovezzano era la mia fermata, quasi a casa, finalmente.
Con grande stupore li vidi scendere, mi stropicciai gli occhi, cosa sconsigliata , ma indispensabile in certe situazioni….
Tre ragazzoni dall’ età indefinita lentamente venivano verso di me, tre gradazioni di pelle, tre copricapo assurdi, un abbigliamento improbabile e sfacciato da far impallidire i Maneskin, tre cani gibbuti e giallastri senza guinzaglio alcuno, seguivano biascicando le orme dei padroni, orinando qua e la senza ritegno.
E questi?
Non ebbi paura, sembravano illuminare un quasi buio invernale, con il loro incedere, vedendoli più da vicino notai occhi grandi, buoni, scuri ed intensi, rivolti verso un cielo, che si stava accendendo di piccole fiammelle, sembravano al tempo stesso stranieri e famigliari, gente come me diversa da me, che avevo già visto.
Si rivolsero a me in una lingua che non conoscevo ma capivo, cercavano un bimbo, una casa modesta, una coppia povera. Dare un’indicazione non era facile, sorrisi sollevando dispiaciuta le braccia, il profumo d’ incenso mi stordiva, più mi avvicinavo e più lo sentivo, ce n’era anche un altro, ma non lo conoscevo….tutto proveniva da incerti incarti dorati, che tenevano tra le mani.
Poi lo scenario cambiò, un nastro lunghissimo argenteo solcò il cielo, sorridendo i tre accelerarono il passo, avevano trovato, quel segno che cercavano…
Si inchinarono a me che a fatica respiravo, impietrita dagli eventi, prima di lasciarmi mi chiesero come mi chiamavo, risposi balbettando ….loro si presentarono: il re innamorato, il principe e l’ artista dal volto scuro!
Chissà se Melchy ,Gaspy e Baldy troveranno quel che cercano: case povere, bimbi infreddoliti, coppie distrutte dagli affanni. Penso proprio di sì…
E fra quattro giorni arriva l’Epifania
Ps: dedicato a chi ho incontrato anche per pochi minuti e mi son rimasti nel cuore per sempre.