Vivere all’ombra di quel figlio – di Sandra Conticini
Era una donna mesta vestita sempre con colori scuri, senza mai un sorriso, con una pezzola annodata sotto il mento in inverno, mentre in estate i suoi capelli castani erano raccolti in una crocchia, spesso un po’ disfatta.
Povera mamma, viveva sempre all’ombra di quel figlio dal giorno della sua nascita: purtroppo lui aveva sempre bisogno di tutti e di tutto.
Se a volte qualche vicino di casa o parente si offriva per aiutarla, lei rifiutava. Quel bambino uscito dal suo corpo, la faceva sentire responsabile del problema che le aveva trasmesso e nessuno, neppure i medici, riuscirono a convincerla del contrario.
Solo dal marito accettava aiuti, ma raramente lui si offriva. Si riteneva il pilastro della famiglia perché doveva pensare al futuro della famiglia e quindi al suo lavoro che lo teneva molto impegnato, eppure un giorno trovò il modo di andarsene.
Lei invece rimase sempre accanto, fino all’ultimo giorno di vita, di quel bambino che non aveva mai detto mamma.

Brava! Sei riuscita ad esprimere con parole semplici emozioni grandi. Sofferenza, vergogna, dignità.
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“La pezzola in capo….la crocchia un pò disfatta” una perfetta fotografia di stagioni tristi, non esiste niente di più terribile, un figlio malato, il silenzio del futuro.
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Amore allo stato puro. Senza ricompensa, senza conforto. La forza pura delle mamme
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Struggente.Brava Sandra
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Bello Sandra e tremendamente vero.
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Uno scritto che suscita immagini e sentimenti.Tanto di più, quanto meno sono i dettagli e le descrizioni. L’emozione non ha bisogno di dettagli. Brava.
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Bello e stuggente.
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