Ombra di fiori – di Laura Galgani

Assaporo con calma il profilo di piccoli gerani stampati sull’asfalto di una stradina secondaria, in un paese di montagna grande quanto una manciata di sale.
Vasi di terracotta da cui ricadono grappoli di fiori.
L’ombra per terra non ne svela il colore, ma il loro profilo così ben disegnato mi basta già per intuirne l’essenza, la brillantezza, la copiosità.
Se li avessi sotto le dita ne potrei percepire il morbido velluto dei petali, o la ruvidità inaspettata delle foglie.
Davanti ai miei piedi invece si stende un ricamo delicato che non calpesto – per paura di schiacciare i fiori e le foglie appesi al balcone, poco sopra di me.
Se alzassi gli occhi vedrei una semplice casa fatta di tronchi freschi e scuri, tagliati ad arte per formare una robusta costruzione.
Il balcone si sporge in fuori, prua di una nave che solca sicura un mare di roccia.
I fiori in controluce lasciano balenare raggi di un sole ancora potente, sebbene prossimo al tramonto.
La luce mi arriva dritta negli occhi e non distinguo più i colori delle piante. Anche loro adesso buie, nere, oscurate dalla troppa luce che le picchia alle spalle.
L’ombra per terra, davanti ai miei piedi, si fa ancor più netta: è un gioco delicato, a momenti violento, diventa lotta senza scampo.
Il sole proseguirà la sua corsa verso l’orizzonte, l’ombra dei gerani verrà risucchiata dalla materia e sparirà.
Sull’asfalto ne rimarrà solo un fresco ricordo.




