Colloqui con il Gigante: Rossella

riflessioni e parole raccontate a Villa Demidoff

“IO” il Gigante che soffre…- di Rossella Gallori

No, non mi rialzo, non ce la faccio, nemmeno guardandoti negli occhi ci riesco, non sono solo per scelta, ma per abbandono.

Pesante il tuo sguardo,  ho chinato io per primo il capo rassegnato, su acqua di ninfee, ormai grumi marroni, immersi in un liquido color miele di castagno..

I capelli arruffati da un vento che non sempre c’è, che comunque mi travolge e mi sconvolge, in una eterna immobilità. Solitudine la mia in un silenzio di gente sola come me, che non sa di esserlo.

La barba incolta, che tanto ti piaceva è solo un pesante vessillo d’ansia, ti ho persa e ritrovata non mi hai riconosciuto, mi hai tradito ancora, non  protetto, cosce grosse le mie,  prive di muscoli, un maschio imponente, evirato nell’anima.

Ti amavo, mi amavi, disperatamente solo ora,  incorniciato da un sipario verde di foglie ferme, che nemmeno la tempesta smuove, alberi  di cera che il caldo non scioglie, ti cerco tra sguardi di occhi strabici che non mi focalizzano.

Io pesante di anni, di materia, io che non so raggiungere anime, in particolar modo la tua, eppure ne raccolgo di preghiere, di bestemmie, di risate, di pianti .

Io, il Gigante di sabbia congelata, di mollica di pane, che nessun uccello coraggioso assaggia, nessuna goccia pioggia ascolta  le mie grida.

Se solo potessi, sapessi, vorrei volare nei tuoi sogni, lenire i tuoi incubi, vorrei mangiarti a piccoli bocconi, bocconi succosi come uva regina, per tenerti dentro di me, così ti proteggerei, tu no, non lo hai saputo fare, tu nel mio ventre ascolti il battito del mio cuore di pietra, il rumore lento di un sangue di granito,  che scorre ignaro di grumi letali.

PS: un gigante solo, che rimpiange un amore perduto, un gigante cannibale che mangerebbe chi ama pur di non perderla…….questo  mi ha raccontato in una splendida mattinata di ottobre a Villa Demidoff…..

Colloqui con il Gigante: Carla

dalle riflessioni a Villa Demidoff

“lo chiameremo App nomignolo di Appennino! Compagno di matite. Chi meglio di lui può scrivere il cielo!”

Appennino ……..prima e dopo – di Carla Faggi

Le ninfee…e poi eccoti!

Che bello ritrovarti, sono passati tanti anni da quando incantata dalla tua bellezza ti raccontavo di me, di quello che avrei voluto fare, dei miei ideali, di come il mondo si sarebbe accorto di me perchè lo avrei sicuramente cambiato.

E tu mi dicevi si, sarà così! -Me lo diceva il tuo braccio ancorato a terra, il tuo volto assorto -vai e rapportati col mondo, pensa, rifletti,la mia barba è lunga perchè il pensiero deve essere intenso, razionale ma continuo, deve accompagnarti sempre. “Cogito ergo sum” ed io ne feci un mantra.

Grazie ti dissi e andai.

Tanto è passato da allora e tu sei sempre bellissimo.

Cosa stai chiedendomi ora? No , non ho fatto nulla di speciale, tante cose non buone e anche tante cose belle ma niente da essere ricordato, non ho fatto la rivoluzione ed il mondo non si ricorderà di me.

Mi guardi, mi comprendi, la tua solitudine è la mia, mi dici, la tua sofferenza anche, il cielo dietro di me è immenso è più grande di me ed io sono solo, imperfetto, incompleto, e come te avrei bisogno di infinito.

Ma vedo che non sei sola, forse il tuo infinito è stare con gli altri ed è starci ora.

Poi verrà la notte,  verrà la neve e allora scriveremo un’altra storia.

Colloqui col Gigante: Lucia

dai pensieri al Parco di Villa Demidoff

Il prato sconfinato – di Lucia Bettoni

foto di Lucia Bettoni

Mi stringe la gola un dolore lontano
Si affollano nell’anima i pianti, le paure, le solitudini di una vita

Cerco il mio posto in un prato sconfinato
Un vecchio tronco mi accoglie

Ai miei piedi gelsomini, un pianta di alloro per appoggiare il mio cappotto,la mia borsa rossa sulla terra

Il sole di ottobre riscalda il mio corpo, una carezza calda, una carezza di luce

I gelsomini sorridono insieme a piccoli fiori gialli in questo prato verde di una primavera senza fine

Pennellate dorate le foglie secche portate dal vento
Un’ape mi saluta volando proprio davanti ai miei occhi

Le persone passano, parlano, tentano di distrarmi con parole banali

La forza di questo sole, la bellezza di questo prato, il fremito di questo vento sono così grandi che niente è più importante

Si scioglie il nodo alla gola
Sorrido insieme ai gelsomini , vedo un piscialletto (da bambina lo chiamavo così) che mi dice:
Lucia soffia, soffia forte, la vita è grande e tu sei a casa
Questa casa ti accoglierà sempre perché la natura è la mamma tua

Incontro a Villa Demidoff

Parlando con il Gigante …..

Una giornata di incontro, riflessione e scrittura, sotto un cielo azzurro di uno splendido ottobre, nello storico Parco di Villa Demidoff, dal 2013 tra i patrimoni dell’Unesco, legato al nome e alla sensibilità della Principessa russa Maria, qui trasferita dall’inizio dell’800 e sepolta nella pace incantata di questo luogo, che amò e aiutò nei momenti difficili della storia.

Riflessioni profonde, sorrisi, voglia di stare insieme.

Foto di Carmela, Cecilia, Lucia, Patrizia, Rossella