Con la coda dell’occhio

Con la coda dell’occhio – di Stefania Bonanni

Foto di Prawny da Pixabay

Con la coda dell’occhio trascino un pensiero improvviso.

I bagliori che non sanno più diventare sogni restano ricordi confusi, singulti, sospiri, che non sanno parole per diventare frasi. Non trame, né disegni, né intrecci. Solo rimane per sempre il foro dell’ago che ha tentato di unire la pelle strappata. Non ha fatto un disegno, né  un ricamo ruffiano che ricopre lo spacco solo perché non si veda da fuori, non si veda la carne. Ha infilato quell’ago con il filo rosso che ha rincorso di notte, quando è apparso reale, sola strada tra il cielo e la terra. L’ha cercato, come per non avere più  fame, a momenti ha creduto di stringerlo, ha pregato, poi ha aperto le mani, ed erano vuote, e l’hanno consegnata ad un’alba insonne, che non può diventare altro che un giorno ancora opaco, come d’ambra, trasparente di turbamenti e confusioni inattese ed inafferrabili.

Ed è difficile seguire il filo, che continua a bucare ed infilare, per tracciare profili di cose e persone che il sole diretto nasconde alla vista, ma possono essere rivelati da una nuvola improvvisa, nell’ombra.

Tessere come essere tessere. Ritagli, frammenti, pezzetti di vetro colorato, minuzzoli di mosaici, dettagli inosservati. Colla che non appiccica. Che forse un giorno un bagliore c’è stato, di un raggio che ha colpito proprio lì,  forse quel magico momento ha avuto testimoni, o forse no, non era fatto per essere visto da fuori. Il suo solo senso era da dentro, perché fosse mancato, quel disegno avrebbe avuto un vuoto da null’altro riempibile.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Con la coda dell’occhio”

  1. “Che forse un giorno un bagliore c’è stato, di un raggio che ha colpito proprio lì, forse quel magico momento ha avuto testimoni, o forse no, non era fatto per essere visto da fuori. Il suo solo senso era da dentro, perché fosse mancato, quel disegno avrebbe avuto un vuoto da null’altro riempibile”. Vale sempre la pena esserci stati per gli occhi e il cuore di Stefania, che raccoglie perle del suo passato e soprattutto del suo presente. Un racconto che “trascina un pensiero…” un po’ stanco ma che protegge al suo interno una immensa capacità di amare

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  2. Un puzzle di parole e sentimenti, detti senza sbattere in faccia niente a nessuno.
    Stupendo: TESSERE COME ESSERE TESSERE….
    Un caleidoscopio…

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  3. Bellissime riflessioni Stefy, non tro vo le parole per dirti quante emozio i ho provato nel leggerti.Grazie. Un abbraccio.

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  4. “Vorrei lasciarvi, ferite del passato,
    purtroppo, dentro, vi devo macerare.
    Appartenermi, accogliervi ed amarvi.
    Dritto sentiero vi porterà lontano,
    scortando il mio dolore diluito,
    Lì l’istinto di vita può creare…

    Un bellissimo brano Stefania, accogli, se ti piace, questo mio contributo.

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