In cammino col lino – di Gigliola Franceschini
Non solo un tessuto, piuttosto un compagno di strada nel corso di tutta la vita. Ricco di ricordi, di avvenimenti, di emozioni, il lino fino dai primi anni. Nelle calde notti estive mamma tirava fuori dal baule dove teneva riposto il suo corredo, i freschi lenzuoli di lino, gli unici che si potevano sopportare quando l’afa diventava eccessiva. Belli e ricamati a mano , usati con parsimonia come si fa con tutte le cose importanti, ricoprivano il lettone matrimoniale che acquistava una sua regalita’ . E gli asciugamani con le frange e le cifre ricamate in rilievo , anche questi venivano usati quando c’era in casa qualche persona di riguardo , soprattutto il medico di famiglia. E il lino azzurro polvere del primo abito estivo elegante, per un’occasione importante per cui bisognava presentarsi bene. L’ esame orale della maturita’, tutte le ragazze messe a nuovo e i ragazzi rigorosamente con la giacca. Capii che potevo sentirmi a mio agio in quell’abbigliamento insolito, quando il bellone della classe si degno’ di farmi i complimenti. Era il massimo. E ancora il lino delle tende del salotto che riunisce il ricordo di due persone care, un’amica che aveva regalato la stoffa e una mamma che le aveva riempite di ciuffi di margherite colorate, ricamate per un figlio che stava creando la sua famiglia e la sua casa. Ancora in lino la tovaglia per l’altare di una cappellina nascosta tra i castagni secolari in un paese di montagna, custode di un amore perso troppo presto. Poi le tovaglie di lino damascato che non potevano mancare nel corredo delle ragazze di quei tempi lontani. Tovaglie enormi per tanti commensali, regali nella loro semplicita’, senza ricami ma luminose come sono i lini di Fiandra. E sara’ di lino anche il caftano programmato per la prossima estate, molto colorato e festoso. Non sara’ importante se non mi stara’ bene per l’eta’ e per la mia fisicita’ , sara’ una pennellata rosa nel grigiore della quotidianita’ che viviamo. Essenziale che mi porti un soffio di allegria e mi faccia stare bene.

“Il lino dell’ altare”
Parli una lingua che conosco….mascherata dal tuo perenne desiderio di domani, poi come ti sta…ti sta…sorrisi sempre e voglia di andare avanti….
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Bello tutto questo lino che sa di semplicità, ma anche di una nota di riguardo verso gli ospiti e le persone importanti. Anche la mia mamma aveva questi asciugamani e lenzuoli che usava pochissimo. Ora purtroppo è tutto un usa e getta.
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Il lino che suscita emozioni e ricordi belli…una storia tante vite…bel racconti
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