Da Andrea Bajani – Il libro delle case
Da ascoltare con attenzione. Dice l’autore che aveva scoperto come di lui fosse rimasto molto nelle case abitate in vari periodi della vita e che quell’IO che noi crediamo unico, in realtà è diverso negli anni e quindi anche nelle case in cui questi diversi IO hanno abitato. Quello che eravamo a 2, a 17, a 35, a 44 anni e che nell’Io di oggi non c’è più, è rimasto nelle case abitate e poi lasciate, dove ora vivono, pesticciano, si muovono, altre persone e altre vite.
L’idea dell’autore è stata prendersi CURA DEGLI SPAZI che conservano tracce dei noi che siamo stati. Raccontare attraverso pavimenti, finestre, mura…. gli avvenimenti, ma non considerandoli solo scenari, ma al contrario, protagonisti.
Avere cura, nel raccontarli, degli spazi che si sono presi cura di noi attraverso il tempo.
Mi viene in mente un libro che ho tentato di leggere, “la vita, istruzioni per l’uso” di George Perec, considerato un capolavoro del Novecento ma che secondo me è soprattutto uno sperimentale esercizio di stile fine a sé stesso, noioso e freddo. Leggerò il libro di Bajani augurandomi di trovarvi il calore che nell’altro proprio non c’è. E di non sentirne troppo l’eco…
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Mi piacerebbe allargare il concetto,estendendolo non ai singoli individui ma ad un IO collettivo.🥴🥴
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