Sogno senza tempo – di Carla Faggi


Il sogno è senza tempo, emozioni di ieri insieme a personaggi di oggi in ambienti fino ad ora sconosciuti ma che forse ci saranno familiari domani. Tempi spazi e storie che si plasmano insieme in un composito mosaico. Poi apri gli occhi sei quasi sveglio ti occorre del tempo per capire in che spazio sei. Ancora nel tuo tempo onirico o già nel tuo qui e ora. L’emozione del tuo sogno impiega però più tempo per lasciarti. Solo quando sei completamente sveglio ricomincia a scorrere e si colora.
Allora c’è il tempo verde dei bei ricordi e dell’armonia, il tempo rosso dell’allegria e del fare. Poi quello azzurro del riposo e del lasciar stare. Quello giallo del disordine e del non allineato infine arriva quello dell’arcobaleno che è il tempo della quotidianità vissuta bene. (Carla) .
Una sillaba di tempo – di Stefania Bonanni


Una sillaba di tempo tra il principio e la fine. Una sillaba di nulla, perché il tempo non esiste. Il tempo non esiste. Esistiamo io e te punto ora, in questa sillaba in questo balbettare di parole senza storia. Ora, forse non esiste. Domani dirò ieri. Ieri c’eravamo, insieme. Questo è il nostro tempo. Domani lo sapremo. Se esiste domani, se ci sarà ancora tempo, domani, per sillabare di ieri. Ma lo sapremo domani se ieri esisteva, forse. (Stefania)
Tempo veloce – di Tina Conti


Andare veloci, correre, sentire l’aria fresca sul viso e quella gelida che ti entra sotto la giacca. Che emozione la bicicletta, oggi è il mezzo più veloce nel traffico rispetto a qualsiasi altro punto ma per andare dove? Perché andare veloci? Per guadagnare tempo! non si guadagna niente se non ci si siede ad ascoltare il cuculo che è appena arrivato. E’ tornato Aprile è il tempo del cuculo. Il ritmo delle stagioni ti dà il passo, Spesso è un tempo più lento di quello moderno. Non ci siamo più abituati, non è facile ascoltare il tempo. A volte si hanno delle sorprese: sono due anni che abito in questa casa! La mia nipotina ha quattro anni sembra ieri che è nata. Quando andavo in vacanza dalla scuola in estate mi toglievo l’orologio. Mi meritavo la libertà, l’ andare con il sole e con i miei bisogni punto adesso virgola che in teoria sarei sempre libera, vivo il tempo in un modo diverso, spesso è pieno e devo difendere i miei attimi . (Tina)
Tempo martellante – di Rossella Gallori


Non ti tocco, ma ti sento, sei alle mie spalle, sei sulle mie spalle, mi sbarri il cammino, ti taglio, mi ritagli, inafferrabile nella tua trasparenza. Sei il cerchio in cui sto, sei il cerchio in cui non entro, l’asse di equilibrio da cui cado, la linea dritta su cui risalgo passo dopo passo. La testa di un grosso chiodo di ferro martellato a mano vecchio ma mai arrugginito. Sei la scelta che non faccio, la molla con il dardo. Sei la mia notte luminosa, il mio giorno buio, la mia questione irrisolta. Sei campanile che non mi vede, sei la campana che scandisce i miei passi, la mia gioia, le mie ore che non so. Sei il mio non saper leggere non saper scrivere, una scatola, un racconto, una grande vertigine di tempo, tempo.. tempo… tempo di onde che non sanno di me, che non mi appartengono se non nel tiepido sogno della vita di questo orologio senza lancette. Avrò stampelle, clessidre, ali, cani fedeli ma potrò raccontare tutto dopo, dopo quando tutto sarà finito e nel trionfo di Rubens capirò quale frode, quale contratto senza firma sia il tempo. (Rossella)




