Orologi opposti – di Cecilia Trinci
foto di Cecilia

Pesante, molto grande, da uomo, sempre al polso, come un guinzaglio che mi tenga a terra, un compagno, non un padrone. Lancette luminose che si possono vedere di notte. Le quattro, l’ora terribile, l’ora a metà tra la notte e il giorno, ma anche tra la vita e la morte, se superi le quattro sei salvo. L’ora in cui i gatti vogliono uscire, forse per sottrarsi alla paura di morire. I gatti in fuga da ciò che non possono controllare hanno occhi fatti apposta per vedere di notte e vanno, saltano muretti, scendono dai terrazzi e la strada buia li ingoia senza rumore. Noi restiamo nei nostri letti e se ci svegliamo alle quattro siamo perduti, fantasmi di rimpianti e paure si affacciano da dietro l’armadio, strisciano sopra le coperte e ci guardano. Se ci svegliamo alle quattro la notte è perduta, il sonno non basterà per il riposo, ma un orologio basta per farsi compagnia.
Restano tutti gli infiniti giri che hanno fatto le lancette sorelle, giornate lente, giornate svelte, sole e pioggia sopra quelle cifre segnate da una tacca, la posizione basta a farle riconoscere. “Mettiti a ore 3″….”Colpito a ore 11″….si è imparato l’orologio prima di saper contare. Il digitale con le ore scritte è un’altra cosa, è informazione senza posizione. Le lancette ce lo fanno toccare, il tempo e come il tempo non si vedono muovere. Si vede il tempo passato, non quello che sta passando.

L’altro, all’opposto, è leggero, sottile, non si sente sul polso, ha un’immagine tratta dal Piccolo Principe, il disegno che i “grandi” non capiscono e solo tra bambini si può capire cosa dice: un boa che ha mangiato l’elefante. Non è un guinzaglio né una zavorra, ma qualcosa con cui si può volare, giocare, raccontare storie. Un cerchio nero per entrarci dentro e trovarsi in una strada sterrata con voci sconosciute. Un baobab verde fa da ombrello, bambini scalzi in lontananza, se ascolti in silenzio c’è il rumore dell’oceano, la risacca su e giù canta, un boa ha ingoiato un elefante, ma poi lo sputa e lo lascia libero. Se lo metti all’orecchio non senti il tic tac ma il vento caldo che muove le foglie. Non contiene fantasmi ma giochi. Un orologio che si ricarica con il movimento, ballando, cantando, scrivendo, pensando….. La sera si toglie, non ha luci, è fatto apposta per chi si ferma la notte, come fanno i bambini, che dormono senza fantasmi e alle quattro sono nel pieno dei sogni.
Orologi, regali amati,…..intercambiabili, secondo le stagioni, secondo l’umore, il momento….
Il tempo.
Nel tic tac lo scorrere lento o vorticoso della vita .Orologi opposti come diversa è l’idea del tempo che scorre fra bambini e adulti.Molto bello.
"Mi piace"Piace a 1 persona
” l’ora a metà tra la notte e il giorno”
Basterebbe questo ricordare troppe cose, l’ora in cui mi sveglio ed è un casino…
Le tue lancette, con e senza tic tac scandiscono parole, ansie, sogni….vita
"Mi piace"Piace a 1 persona
Poesia dell’orologio
del tempo
della notte
dei gatti
della paura
del gioco
della vita
Grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
“Tempo sospeso” quello del passaggio fra la notte e l’alba, un tempo che richiede uno sforzo per oltrepassarlo e sentirsi al sicuro. Veramente un bel brano che oltre allo scorrere del tempo, è uno specchio dell’anima che vaga fra reale e fantastico. Grazie Cecilia
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie a voi ragazze❤
"Mi piace""Mi piace"
L’orologio sottile col disegno dell’elefante… Un “portale magico” per espandere la coscienza e vivere in un mondo “altro”, non meno vero di questo… E tu che sei capace di far vivere ancora il bambino che è in te e le sue avventure… Grazie
"Mi piace""Mi piace"