Fiori che parlano

Fiori – di Nadia Peruzzi


C’è un fiore che mi rappresenta di più? Uno che mi sta più a cuore? Me lo sto chiedendo da quando ho visto tutta la sequenza di foto magnifiche sul nostro gruppo di Matite.
Per quanto ci provi, non riesco ad eleggerne uno in particolare. Li amo tutti, mi emozionano tutti per motivi diversi ma complementari.
Ognuno a suo modo esprime la ricchezza della natura. Sia che si tratti del più comune che spunta nei campi in solitudine o in gruppo, senza alcun aiuto da parte degli umani, e per merito di un’ape sbarazzina ,del vento, dell’aria, del sole o della pioggia che bagna e ristora.
Che siano semplici, comuni o pregiati esempi di mondi ed habitat lontani che abbiamo addomesticato come le orchidee ognuno racconta una storia potente che porta gioia ,arricchisce regalando sensazioni.
Parlano i fiori a chi li sa ascoltare.
A seconda dei colori da una semplice rosa deriva la descrizione di sentimenti che più umani non possono essere. Rosso, passione. Giallo, vivacità e più di un pizzico di gelosia. Bianco, purezza e spiritualità.
Un papavero rosso messo all’occhiello in un tempo lontano e sotto il regime fascista era l’evidenza di una ribellione che covava sotto un consenso che più asfissiante non poteva essere. Spesso era causa di bastonature e indigestione di olio di ricino, ma come per la Fenice gli antifascisti non cessavano di farlo risorgere mettendolo di nuovo al suo posto come gesto di sfida.
Anche dopo e pure in un contesto diverso e insieme a delle papere in una canzone i papaveri erano in grado di far sentire la loro carica di rottura di uno schema attraverso una bella satira di tipo politico.

foto di Nadia Peruzzi


Il Primo Maggio francese regala a tutti mazzolini di mughetto. Non c’è semaforo o incrocio anche fuori dalle grandi città che non veda gruppi di volontari pronti a offrirli a chi passa.
È capitato anche a me di riceverne uno di questi mazzetti delicati e profumati. Bonne chance, buona fortuna il motto di accompagnamento. Un dirselo con i fiori che superava i confini, aveva un significato universale e andava oltre il gesto fra chi me lo donava e me. 

foto di Mimma Caravaggi


I prati di montagna nel rigoglio estivo conquistano per diversità di tipi, colori, profumi. Un mix che trovo senza uguali. In prati così ti viene voglia di farci un tuffo per nuotarci dentro. Povero Zio Paperone che il mondo lo vede dall’interno del suo deposito pieno di dollari e il bagno lo fa circondato da monete luccicanti di freddo e insensibile metallo.
Mentre scrivo getto un occhio di riguardo alle mie orchidee e ogni volta che lo faccio mi dico che vorrei poter una volta o l’altra trovarmi immersa in un bosco colorato dalle loro mille e mille sfumature. Si fa sempre più difficile andare a pescarne qualcuno a giro per il mondo di questi tempi e allora accontentiamoci di vederle rinascere anno per anno. Lo considero un regalo per aver trovato dopo alcuni tentativi falliti ,un posto pieno di luce che a quanto pare le fa star bene.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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