Da Volta la carta: “Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu, carabiniere l’ha innamorata, volta la carta e lui non c’è più”
Scarpette blu – di Nadia Peruzzi
foto di Carmela De Pilla

Volta la carta e sul sentiero si sentiva solo un passo leggero.
Il sole intrecciava scintille di luce in mezzo ai capelli di Nina.
L’abito bianco gonfio di vento sembrava una vela nel mare d’erba.
Ad ogni passo un guizzo di blu segnava il cammino con note di fiordalisi.
Erano le scarpette che aveva trovato nella cantina di nonna Ines. Che emozione. Erano state le sue scarpette da ballo, le prime col tacco. Le aveva comprate in un altro giorno di sole . Uno di tanti anni prima.
Volta la carta, Nina, e ti ritrovi poco più che bambina.
I capelli corvini faticavano a star raccolti nella passata color indaco che si intonava al blu profondo dei suoi occhi.
Il sentiero era quello di adesso, quello che portava a casa.
Le scarpe erano ancora nella loro scatola. Le avresti indossate al ballo quella sera stessa.
Il tuo Luigi ti avrebbe aspettato al vecchio mulino e da li sareste andati insieme alla casa del fattore. Si ballava lì, nella grande aia, per la festa della mietitura.
Era già tutto nel tuo cuore e nella tua fantasia mentre a passo di danza ti dirigevi verso casa. Non continuasti molto a tenere le scarpette blu nella loro scatola .
All’ombra del vecchio noce le indossasti accennando altri passi di danza. Il vento teso portava armonie e un canto lontano. Forse erano già le prove per la serata.
Volteggiavi leggera, quasi ti portasse il vento. Eri già col pensiero abbracciata a Luigi con i respiri corti per l’emozione e la voglia di far durare quella notte tutta una vita.
Già tutta una vita. Questo l’auspicio colorato di speranza.
Volta la carta, Nina, e non sei più una bambina.
Il candore dell’abito è ormai il candore dei tuoi capelli.
Il passo è incerto sul sentiero e hai bisogno di un bastone.
Il ballo è solo un ricordo lontano.
La serata non era stata come avevi desiderato. Luigi aveva ballato tutta la sera con la Giusi, la biondina del terzo banco, quella che gli passava i compiti di latino.
Te lo ricordi ancora, ci eri rimasta male allora.
Furono le scarpette blu a decidere il resto. La serata valeva la pena di essere vissuta, con o senza il bel Luigi.
Scivolavano così bene su quel pavimento che riuscisti a volteggiare per ore e ore senza stancarti mai. Come una vera ballerina. Gli occhi di tutti, anche quelli di Luigi, incollati addosso.
Andando verso casa un po’ traballante per l’età e la fatica quella sera di mezza estate tornò per un attimo a sfiorare i tuoi pensieri. Era stata importante . Avevi dismesso quella sera il tuo abito e la tua personalità bambina per diventare un donna.
Da quel momento in avanti sapevi che avresti deciso tu chi, come e quando e non un Luigi qualsiasi.
E così era stato. Altri amori c’erano stati a scandire le varie stagioni della tua vita. Da nessuno ti eri fatta imprigionare.
Ci doveva essere qualcosa in quelle scarpette blu. Si, doveva essere così. Ti mettevano le ali ai piedi una volta che ti accorgevi che un legame diventava troppo pressante fino a limitare i tuoi spazi di libertà.
C’è altro nascosto sotto il blu di una favola piccola: pezzetti, schegge che si affacciano saltellando attraversando la dimensione tempo….è successo oggi? è stato tempo fa? è invenzione? e…….
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Magiche scarpette blu,bello.
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