Otto Marzo – di Cecilia Trinci

Sarebbe il 98esimo compleanno. In ogni caso oggi non ci sarebbe, qui, penso, a spengere le candeline dal vivo,….. almeno con grandissima probabilità. Eppure ogni anno dico “Avrebbe…..compirebbe…..” e così lei si sente obbligata a venire in qualche modo e spenge idealmente le sue candeline, ridendo e non come una vecchia, che non è mai diventata. Quest’anno mi manca ancora un po’ di più…..Me lo aveva promesso che sarebbe venuta in mio aiuto se l’avessi chiamata…….So che lo fa. Come ha sempre fatto, accorrendo, ballando una polka, sventolando i vestiti per la fretta di provvedere…Imponendosi. Ora in verità non si arrabbia più come faceva in quel suo modo furente, sollevandosi da terra per la rabbia o l’invettiva….ora è uno spirito serio, vibra, muove l’aria, ma resta serena, determinata. La ferocia la tiene nascosta nelle ali, nel mantello che forse la avvolge…..
Era come una di queste giornate di marzo….sole a picco lancinante e imponente, vento freddo in folate improvvise, temporali che spaccano il cielo e qualche volta persino qualche spruzzo di neve…..Il mese dei “Pesci”, segno doppio, a metà tra inverno e primavera, che a volte si scontrava con il doppio “Gemelli”, segno a metà tra la primavera e l’estate, il mio, appunto. Il giallo delle mimose, dei tromboncini, delle forsizie, era più aspro del rosa delle peonie, del caprifoglio, del glicine di giugno. Eppure nessuno più di lei lo coltivava e lo teneva acceso, quel rosa, mantenendolo in una nuance scura e fresca. Il suo vortice era incontenibile. Se rideva il cielo intero si metteva a ridere. Se piangeva era la tragedia che faceva tremare l’antica Grecia. Arrivava come fa a marzo una tempesta improvvisa: mentre cogli fiori e appena hai posato la giacca sul greto, il sole scompare e senti freddo da rabbrividire tutta. Un pensiero triste la faceva rabbuiare come un tormenta di neve quaresimale, un filo di gelosia la rendeva titanica, ma una gioia illuminava di scintille e risate i suoi occhi scuri come velluto, profondi come pozzi. Marzo era lei. L’otto marzo, precisamente, due palle rotonde una sopra l’altra a fare un pupazzo grasso, ma se l’8 lo giri sul fianco e lo sdrai l’otto diventa l’infinito, l’imprendibile, la forza della natura.
Lei era, ed è, infinita.
****

Frasi su Marzo inviate da Gabriella Crisafulli
“Era uno di quei giorni di marzo in cui il sole splende caldo e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce e inverno nell’ombra.” Charles Dickens
Marzo: mese di attesa.
Le cose che ignoriamo
Sono in cammino. (Emily Dickinson)
Non diventano mai vecchi, perchè non lo sono stati mai, un pò di follia, tanto amore….una mamma dalle mille sfumature, una donna tournesol, che non ti ha mai lasciata davvero…
"Mi piace""Mi piace"
Un ricordo sempre presente, una mamma infinita…mi piace, mi piace molto
"Mi piace""Mi piace"