La ginestra di Nina – di Nadia Peruzzi

L’ultima cosa che sentì fu il profumo inebriante della ginestra. I suoi occhi restarono aperti come per bere anche l’ultima goccia di quel mare di giallo inondato dalla luce del sole di agosto.
Era morto così, a pochi chilometri da casa su una di quelle colline che amava tanto. Era morto durante un rastrellamento dei tedeschi che avevano attaccato la sua brigata.
Era scappato di casa poco tempo prima, sentiva di dover fare qualcosa anche lui. Si stava preparando finalmente la discesa delle formazioni partigiane verso Firenze, mentre inglesi e americani si stavano avvicinando e i combattimenti si erano accesi in più punti. La resa dei conti era prossima.
L’attacco tedesco era iniziato di notte.
Erano arrivati di soppiatto cercando di togliere alla brigata qualsiasi possibilità di difesa. Ma da parte dei partigiani ci si aspettava qualche reazione velenosa da parte di chi sa di avere i giorni e le ore contate.
La brigata si era riorganizzata subito e si era posta sulla linea di risposta in modo efficace. Alla levata del sole le posizioni erano tutte riconquistate e l’attacco respinto.
In un momento di calma , Giovanni aveva deciso di seguire tre dei suoi compagni in direzione di un’altura da cui poter osservare meglio l’intrico dei sentieri che convergevano verso la collina sulla quale si trovava il suo raggruppamento.
Non c’era ombra di tedeschi da nessuna parte.
Le autoblindo e gli altri mezzi usati per avvicinarsi erano spariti,la ritirata sembrava effettiva e Giovanni e gli altri avevano deciso che era possibile rientrare .
La gragnuola di colpi arrivò improvvisa.
Sentirono l’aria lacerata dai sibili, prima di sentire i rami e le foglie degli alberi attorno a loro sfrigolare e spezzarsi una volta che le pallottole li raggiungevano.
Giovanni aveva trovato rifugio in mezzo ad una muraglia di ginestre.Gli era sembrata perfetta come nascondiglio. Non sentì arrivare il colpo, era troppo preso dalla tensione. Le sue dita non avevano mollato nemmeno per un attimo la presa sul mitra con cui stava rispondendo ai colpi del nemico.
Le forze gli mancarono all’improvviso. Sentì lo sguardo appesantito, mentre la vista gli restituiva una immagine sempre più sfocata di ciò che gli stava attorno.
Si sentiva affogare in quel mare tinto di giallo, mentre artigli sempre più gelidi lo trascinavano nel profondo di un vortice che gli spezzava il fiato e la volontà.
Pensò a Nina e al suo visetto pulito e allegro. Con le ultime forze riuscì a tirare a sé un ramo di ginestra per sentirne il profumo, come quel giorno che le aveva regalato un mazzo di quei fiori.
Nina, con quei suoi capelli corvini e il rametto di ginestra dietro all’orecchio a renderli splendenti come il sole.
Nina,Nina,Ni….
la ginestra, fiore forte con un delicatissimo profumo…..come certe persone reali
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Vivo fino all’ultimo respiro …. quando la morte profuma di giallo e il pensiero è un pensiero d’amore
Grazie
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Nina non lo dimenticherà mai…resterà sempre giovane, sempre bello…il suo uomo…sarà sempre il primo pensiero al mattino e l’ ultimo la sera….nessuna mitragliatrice uccide l’ amore….
Ero lì….
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