Non pensare a niente – di Stefania Bonanni

Non sto pensando a niente. – F. Pessoa.
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente il flusso e il riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
È come se fossi appoggiata male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente…
Di nuovo nel tubo bianco, coperta di bianco. Questa volta in silenzio, Questa volta piu’ a lungo. Come un pulcino nel guscio, scaccio l’ansia di uscire. E provo lo spazio. Fuori di me, Non ce n’è. Sono stretta, per essere immobile. Cerco spazio di dentro: tra i denti e la gola, tra i bronchi ed i polmoni. Senza prova: i sospiri profondi vietati. Alla bocca dello stomaco, dove mi inghiotto a pezzetti. Non è questa la strada. Questa volta è più a lungo, ho bisogno di spazio, di dentro. I pensieri si inseguono, si attorcigliano, diventano nodi. Nascono bianchi ma presto si incurvano, a chiedere, si intrecciano, diventano scuri. Li giro su rocchetti di filo. Filo bianco, da imbastire. Quello che dà punti che basta allentare, perché la trama sparisca. Lascio i rocchetti rotolare per terra. Si srotolano veloci, sembrano piccole serpi bianche, sul pavimento bianco. Allora penso a palloncini bianchi. Senza messggi all’interno. Li lascio gonfiare, poi, quando sembrano nuvole, li guardo staccarsi, volare nel loro, di cieli. E mi svuoto. Svuoto la testa di idee, gli occhi di mondo, la gola di parole, le labbra di baci, i polmoni di respiri, il cuore di battiti, le mani di carezze, le braccia di strette, le gambe di passi, i piedi di terra. Ora c’è posto per non pensare a nulla. Ora c’è posto per cominciare di nuovo a riempire.
E mi viene incontro Pessoa. Un pensiero brillante di luce del mattino. Un mattino colorato di riflesso di sabbia lontana, in un’aria frizzante e saporita, per le strade di Lisbona. Davanti ad un locale, seduti ad un tavolino all’aperto, dove anche lui è seduto, da tanto tempo e per sempre.Come un’ancora, appena ho potuto, ho cercato le sue poesie, e l’ho trovata, l’ho trovato, mi sono trovata.
Mirabile percorso di trasformazione per lasciare che l’anima sia libera di cercare la pace e portarla in dono a te. Mi hai profondamente toccata
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…quando il bianco diventa scuro, per diventare, poi, un nulla pesantissimo…cercare un’ ancora nella poesia, come un dono che sembra fatto per te…ed è solo per te…
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Quando ti si legge sembra così facile far fluire parole e pensiero insieme..ma non è così. Bravissima..Fai affiorare ricordi quel bar e quella statua lì ho visti e respirato le magiche atmosfere di quella città. Leggerti ha fatto ritornare a galla tutto.Grazie.
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