La pagina dedicata alla trasformazione di poesia in prosa – Quattro

Non pensare a niente – di Stefania Bonanni

Foto di Ralf Kunze da Pixabay

Non sto pensando a niente. – F. Pessoa.

Non sto pensando a niente,

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

mi è gradita come l’aria notturna,

fresca in confronto all’estate calda del giorno.

Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente

è avere l’anima propria e intera.

Non pensare a niente

è vivere intimamente il flusso e il riflusso della vita…

Non sto pensando a niente.

È come se fossi appoggiata male.

Un dolore nella schiena o sul fianco,

un sapore amaro nella bocca della mia anima:

perché,  in fin dei conti,

non sto pensando a niente,

ma proprio a niente,

a niente…

Di nuovo nel tubo bianco, coperta di bianco. Questa volta in silenzio,  Questa volta piu’ a lungo. Come un pulcino nel guscio, scaccio l’ansia di uscire. E provo lo spazio. Fuori di me,  Non ce n’è.  Sono stretta, per essere immobile. Cerco spazio di dentro: tra i denti e la gola,  tra i bronchi ed i polmoni. Senza prova: i sospiri profondi vietati. Alla bocca dello stomaco, dove mi inghiotto a pezzetti. Non è questa la strada. Questa volta è più  a lungo, ho bisogno di spazio,  di dentro. I pensieri si inseguono, si attorcigliano, diventano nodi. Nascono bianchi ma presto si incurvano, a chiedere,  si intrecciano, diventano scuri. Li giro su rocchetti di filo. Filo bianco, da imbastire. Quello che dà punti che basta allentare,  perché la trama sparisca. Lascio i rocchetti rotolare per terra. Si srotolano veloci, sembrano piccole serpi bianche,  sul pavimento bianco. Allora penso a palloncini bianchi.  Senza messggi all’interno. Li lascio  gonfiare, poi, quando sembrano nuvole, li guardo staccarsi, volare nel loro, di cieli. E mi svuoto. Svuoto la testa di idee, gli occhi di mondo, la gola di parole,  le labbra di baci, i polmoni di respiri, il cuore di battiti, le mani di carezze, le braccia di strette, le gambe di passi,  i piedi di terra. Ora c’è posto per non pensare a nulla. Ora c’è posto per cominciare di nuovo a riempire.

E mi viene incontro Pessoa. Un pensiero brillante di luce del mattino. Un mattino colorato di riflesso di sabbia lontana, in un’aria frizzante e saporita, per le strade di Lisbona. Davanti ad un locale, seduti ad un tavolino all’aperto, dove anche lui è seduto, da tanto tempo e per sempre.Come un’ancora, appena ho potuto, ho cercato le sue poesie,  e l’ho trovata, l’ho trovato, mi sono trovata.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “La pagina dedicata alla trasformazione di poesia in prosa – Quattro”

  1. Mirabile percorso di trasformazione per lasciare che l’anima sia libera di cercare la pace e portarla in dono a te. Mi hai profondamente toccata

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  2. …quando il bianco diventa scuro, per diventare, poi, un nulla pesantissimo…cercare un’ ancora nella poesia, come un dono che sembra fatto per te…ed è solo per te…

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  3. Quando ti si legge sembra così facile far fluire parole e pensiero insieme..ma non è così. Bravissima..Fai affiorare ricordi quel bar e quella statua lì ho visti e respirato le magiche atmosfere di quella città. Leggerti ha fatto ritornare a galla tutto.Grazie.

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