Vestito bianco di fiori

Un vestito bianco di fiori – di Lucia Bettoni

foto di Lucia Bettoni

Avete mai indossato un vestito di fiori bianchi?
Io l’ho indossato.
Aspettavo la primavera, quando fiorisce la vitalba: lunghi tralci flessibili e resistenti coperti da fiorellini bianchi come piccole stelle.
Staccavo dalle siepi questo rampicante stellato e profumato e mi “cucivo addosso”il mio vestito di fiori.
Con il tralcio più forte mi cingevo la vita e a questa cintura fiorita appendevo altri tralci che scendevano a terra.
Il mio era sempre un vestito lungo.
La vestizione era completa quando indossavo la corona fatta con il tralcio più bello,quello più ricco di fiori.
Non ho un ricordo più dolce, non ho un ricordo più leggero.
Vestita di fiori io potevo volare.
Un lieve sorriso sulle labbra, la consapevolezza di essere una parte del tutto e il desiderio gioioso di ringraziare.

L’Assoluto Bianco

 L’ ASSOLUTO – di Simone Bellini

Foto di pasja1000 da Pixabay

Il silenzio; era l’unica cosa che lo faceva star bene !

L’unico posto intimo che lo isolava da tutto e da tutti, anche da se stesso.

Un’assenza profonda, immerso nel nulla, nella pace pura di uno spazio bianco accecante.

Quando arrivò al centro di quella energia capì che non avrebbe mai più parlato, non ce ne era bisogno, perché faceva parte del tutto ed il tutto era radicato in lui, fuso con gli atomi dell’universo.

Autismo ! Sentenziarono i dottoroni, insigni scienziati che non capirono la profondità di quell’astrazione, attiva nella sua immobilità.

Ma questo non lo tangeva, era felice in questa sua condizione. Era connesso con il mondo più di chiunque altro.

Lo capiva Toby, il suo cane, che accovacciato ai suoi piedi dialogava con lui con lo sguardo, proteggendolo da ogni negatività del mondo esterno che si adoprava in ogni maniera, con ogni tentativo per riportarlo nella falsità della realtà quotidiana.

L’insistenza, seppur amorevole, di riportarlo a quello stadio ( per lui ) primordiale era inutile.

 Era troppo avanti !

 Il suo sapere sconfinava dalla logica terrena.

La sua mente era energia pura, totale, immensa.

Toby questo lo aveva capito e con tristezza lo sentiva allontanarsi ogni giorno di più.

Non era una persona, era un’entità !

Fu quando le vibrazioni, come un terremoto, scossero le sue cellule disintegrandosi, inondando il creato, che Toby lo salutò con un ultimo lacerante latrato.

Quando spalancarono la porta della stanza, non era rimasto altro che un grande bianco abbagliante !

Un attimo dopo tutti i cellulari del mondo squillarono all’unisono !

Era nato l’assoluto !