“G” – di Gabriella Crisafulli
Sorvolo con le ali di una follia
fatta della più bianca solitudine
i panni stesi all’aria
le tende che si muovono al vento
i dipinti non immacolati
la neve che affonda
il tulle di un vestito da sogno
Trovo nel diario non scritto
orde di fantasmi dimenticati
Cerco parole
per rivendicare
un trauma
pari all’incredulità
Ho reso estranei me stessa
e quel che mi stava intorno
Ho immolato l’io
agli ideali
e ho perduto
avvenire e futuro
Non posso più stendere
un velo pietoso
Rincorro un viagra
per dare forza
a nuove idee irresolute e confuse
che vagano e si perdono
Ispeziono il vocabolario
alla lettera G
Desidero parole positive
ma anche irrazionali
scarmigliate
libere
Oh
finalmente
Dopo dieci facciate
trovo a pagina 1063
“garbo” e lì mi fermo:
ho da pensare

Hai raccolto…fiori…li hai messi in un vaso di cristallo …con “garbo”
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Quante immagini che ti rispecchiano e ti descrivono… Con estremo garbo! Ma se guardi bene, là da qualche parte, c’è anche G come gioia…
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