Gli elfi – di Rossella Gallori

È questo l’ anno della stanchezza, l’ anno di chi è scomparso per sempre, di chi non si vede quasi più, l’ anno dei: senza lavoro, senza stipendio, del termometro sempre in giro, di bocche tappate, non metaforicamente…eppure all’inizio ci parlavamo dalle finestre, si cantava quasi…poi dopo un intervallo breve ed inquietante, è arrivato l’inverno, uno di quelli con la neve, senza pallate con i pugni nello stomaco, difficili da schivare.
La decisione sembra inderogabile: il primo che mi parla di addobbi ne busca….
Lo ho annunciato e non ho avuto risposta, sono anni che dico tra il cinque e l’otto dicembre: niente ciondoli, mai più…ho sempre trovato scuse per non incasinarmi più di quel che sono, togli i soprammobili, metti i pupazzi, i cuori di cera rossi, sempre alla ricerca di quei poveri Gesù bambino, desaparecido a vita tra babbi natali smaltati ed a volte pure ammaccati.
Al primo ramo di vischio, regalo di un povero Cristo che ignaro crede di avermi fatto cosa gradita, sono esplosa: questo è un anno di lutto, altro che palle ed elfi! Per chi poi, x qualcuno, che non potrà venire a pranzo? Per altri che un pranzo non ce lo hanno? Per quelli che non ti verranno a trovare?
Silenzio, le mie parole cadono nel vuoto, hanno dimenticato di aprire il paracadute.
Ĺa notte ho sempre dormito poco, ma in quella prima settimana di dicembre è stato giorno quasi sempre, ho cercato cose che non ho trovato e trovato cose che mi cercavano…come la capannuccia tristanzuola di quando ero bimba, le scatole di latta, quelle di cartone, il presepe con sei re Magi di legno ormai cinquantenne portato dal Kenia che manco sapevo dov’ era, tutte cose di cui non avevo più voglia…poi poi….mi si è aperta la scatola degli elfi, microscopici, cicciuti, maschi, femmine…una promiscuità che mi faceva sorridere, mi scaldava il cuore, grigi e rossi alcuni rossi e grigi, altri chi barbuto, chi munito di vezzose trecce bionde, secchini, tarchiatelli, una ventina forse, li ho riguardati uno ad uno, mi sembrava di non averli mai visti….e così piano piano…li ho messi tutti fuori tra pecorelle, campane dorate, casette di tufo….e la capannuccia ha ripreso vita con pargoli quasi gemelli, qualche palla dorata e due angeli che sembrano due drag queen…
Ho messo tutto fuori, scacciando i miei: per chi? Tra ammiccanti elfi ho trovato la risposta, l’ ho fatto per me, per esorcizzare la tristezza, perché comunque c’ è stato un Natale 2020, e stasera tra vecchie calze aspetto la Befana….Non importa se avrò carbone o nulla, sorrido ai miei elfi e vado avanti..
Ma l’ anno prossimo : niente ciondoli…..chi ne parla ne busca
Un piccolo zoo di vetro alla Tennessee Williams complimenti
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A volte ci sembra che dentro di noi ci sia un solo colore: il nero……E invece sotto sotto scintillano a festa tutti i colori….
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Nella più grande tristezza spicchi di giocosità accompagnati da parole : Desaparecido, drug queen senza dimenticare gli elfi di ogni tipo. Penso, al solito, che nessun altro può scrivere un racconto come hai appena fatto tu dannatamente triste ma con un pizzico di allegria che chiamerei ironia conoscendoti. 👍👏👏👏
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