Nevica…..nevica dappertutto….

A proposito di NEVE e a proposito di POESIA:

Foto di David Mark da Pixabay

di Roberto Benigni, da “La tigre e la neve”

“Non scrivete subito poesie d’amore, eh! Che sono le più difficili aspettate almeno almeno un’ottantina d’anni …
Scrivetele su un altro argomento, che ne so su… su… il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un’altra, eh?
Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro!
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu!
E vestitele bene le poesie!
Cercate bene le parole!
Dovete sceglierle! A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola! Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c’ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa… Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innamoratevi!
Se non vi innamorate è tutto morto! … Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia!
Sperperate l’allegria!
Siate tristi e taciturni con esuberanza!
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità!……..
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici.
E per trasmettere il dolore bisogna essere felici.
Siate felici!
Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre!
Eh? E se non avete i mezzi non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto!
Avete capito?
E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia. E se il pezzo non vi viene da questa posizione, da questa, da così, beh… buttatevi in terra!
Mettetevi così!
Eccolo qua… Oh! È da distesi che si vede il cielo! Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima!?
Cosa guardate?
I poeti non guardano, vedono!
Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola… “muro”! “Muro” non ti dà retta… non usatela più per 8 anni, così impara! Che è questo? Boh! Non lo so!
Questa è la bellezza!”

La Befana vien di notte…

LA CALZA DELLA BEFANA – di Sandra Conticini

foto di Sandra Conticini

Mi ricordo quell’anno che trovai una calza che la mia mamma aveva cucito per me. Sì proprio per me.

Era  cucita tutta a mano con degli avanzi di raso rosa, che lei usava per fare le vestaglie  e con una galetta di nastro rosso. Ricordo che nei giorni antecedenti la Befana quando arrivavo nelle vicinanze, nascondeva qualcosa in un asciugamano, però non ci  facevo attenzione… successivamente riuscii a darmi una spiegazione.

Quando la vidi sul camino mi sembrò molto grande  e bellissima,  perché molto diversa da quelle che erano appese nei negozi e fui molto contenta.

Per diversi anni è stata riempita di dolcetti e  carbone, che non mancava mai, e  rigorosamente vero. Poi è venuto il momento che sono stata considerata grande e la  calza non è più stata riempita, non solo, pensavo fosse stata buttata via, perchè non l’avevo più vista e, anche quando l’avevo cercata, non era venuta fuori.

Poi un giorno, aprendo delle scatole in cantina, l’ho ritrovata e così l’ho messa tra le cose da conservare gelosamente.

Stamani mi è tornata tra le mani e sapete cosa ho deciso di fare? Stasera l’attaccherò alla finestra e chissà che qualche Befana di passaggio non ci lasci qualche dolcetto avanzato!