Nuovo passo indietro sull’arancione

L’atlante arancione – di Roberto Zatini

L’ho guardato un po’ sorpreso e mi ha fatto piacere, perché ormai poche sono le cose che riescono a sorprendermi davvero e, invece, mi piacerebbe farlo ancora: quell’arancione, sbiadito come me, lo faceva assomigliare a una mappa antica.

Le carte geografiche e gli atlanti che le raccolgono mi sono sempre piaciuti: un retaggio delle scuole elementari, quando il maestro ci invitava a esplorare il mondo. Il nome di una città, di un mare, di un fiume da cercare sulla carta geografica del continente che si stava studiando: non c’erano confini, passaporti, aerei da prendere e da perdere. Marco Polo era il nostro profeta; il suo Milione il libro dei sogni.

Nel biglietto che l’accompagnava c’era scritto che illustrava “cinquanta isole dove non ero mai stato e mai sarei andato”: questo mi ha incuriosito ancora di più. Per tanti motivi, qualcuno di questi mi è suonato anche male. I limiti sono sempre una tentazione: quel mai mi ha dato fastidio, lo confesso.

I figli conoscono le nostre passioni, il più piccolo dei miei nota il crescere della mia inquietudine e se ne preoccupa: la clausura di primavera l’ho superata bene con le mie evasioni all’alba; quella invernale sarebbe più complicato violarla, quantomeno più rischioso. L’Atlante delle isole remote, di quel colore che, infatti, mi ha fatto subito andare all’abito polveroso di un monaco che ho incontrato in Sri Lanka e con cui sono rimasto in contatto, secondo lui e i suoi fratelli mi avrebbe aiutato.

Confesso che mi ha aiutato molto di più leggere il messaggio che mi aveva mandato appena alzato: faceva riferimento a noi due, a come ci eravamo rapportati, alle discussioni ai giochi che abbiamo fatto insieme, anche con le parole.

“Tantiauguriatté, primo dei ricordi a cui posso ancora passare un pallone, anche se non lo faccio da un sacco di palloni fa…Tantiauguriatté per ogni nome che mi hai scelto, tirandoli tutti fuori da una delle tante coloratissime scatole di biscotti dentro quella tua testa di cenere…Tantiauguriatté, oggi che è domenica come allora e che c’è quel sole per cui mi hai insegnato ad essere felice…”

Leggerlo, mi ha fatto fare un viaggio lungo una vita. L’atlante è davanti a me, il sole che entra dalla finestra ne riaccende l’arancio spento. Aiutandomi con la lente leggo i nomi delle isole: Isola del Possesso, Isola di Natale, Isola del Cocco, Floreana, Tristan de Cunha, Bouvet, e così via per i mari del mondo con la mia barchetta di carta arancione.

Cinquanta puntini seminati negli oceani, nomi magici che mi fanno andare lontano, dove non sono mai andato e dove, forse, mai andrò…

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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