Trame di indaco

Le stoffe color indaco – di Mirella Calvelli

Foto di wolfgang Lützgendorf da Pixabay

L’indaco che colore è? E’ blu  un blu intenso che si avvale dell’appoggio del viola.

Ama intervallarsi in cielo con sprazzi di luce rosa o violetta, rendendo i cieli autunnali di un colore speciale e rendendosi lui stesso speciale irripetibile, mai uguale.

In natura fiori di questo colore arricchiscono il giardino , spezzano i manti verdi come  le piccole margherite di cielo stellato. Rigoglioso nel plumbago o imponente nella datura stramonio, con nomi fantastici dalle trombe degli angeli a quello delle streghe, pianta meravigliosa ma velenosissima.

Proprio per le sue capacità di collocarsi riesce a rendere anche un semplice pezzo di stoffa, un’icona, come i turbanti degli uomini blù del deserto (tuareg), che una volta indossato, circoscrivono  occhi corvini e  profondi.

Svolazza imperterrito sui tetti di Marracheck, una volta tinto e steso ad asciugare. Di tanti colori sulla pelle dei suoi tintori prevale al rosso al giallo e a tutti gli altri.

Un urto violento può trasformarsi sulla pelle in un’ematoma , appunto di questo colore e per gridare alla tua guarigione pennella di giallo i contorni.

Evidenzia  gli occhi di giovani orientali, si unisce in un abbraccio su maioliche e mosaici.

Pennella le volte di cappelle medievali e rinascimentali.. Ha il lustro di essere in pittura antica costosissimo, realizzato con lapislazzuli che arrivavano direttamente da oriente.

Tinge le vesti delle varie Madonne in corso dei secoli. Rende sublime la Vergine del Parto, scoprendo sulla prominente pancia un lembo rosa pallido, ma Lei è ammantata da questo colore sovrano.

Famose moschee prendono il nome da questo colore. Donne d’oriente lo indossano nei giorni di festa.

Colore regale, e colore contadino.

La nonna Laudomia, aveva un grembiule di questo colore, di un tessuto non pregiato ma forte..il fustagno. Teneva su la pettorina  con due grosse spille da balia.

Le tasche erano un vero mistero, profonde, piene di utilità. Era la borsa di Mary Poppins, dove al bisogno usciva un fazzoletto grande per soffiarci il moccio. Conteneva forbici, credo spago, un ago con filo e molto altro. E un mazzo infinito di chiavi, fermate anch’esse su un lato. Se non fosse per le sue umili origini farebbe pensare ad una nobildonna che detiene il potere della casa  attraverso il suo mazzo di chiavi appuntato all’abito.

Non lo toglieva mai quel grembiule la nonna Lolla e con il tempo il suo indaco era sempre  un po’ scolorito.

Serviva da borsa durante le passeggiate nei boschi o nei campi, per raccogliere  pere, fichi, uva , noci e more, tutto quanto si poteva portare a casa. Lo fermava alla vita ai due lati e creava così quel marsupio così capiente e ricco di necessità.

Non posso non ricordare lei e dimenticare quell’accessorio così importante. Sopratutto da piccola, quando ancora non arrivavo alla vita  e negli occhi ho stampato quel blu e quelle mani dure e nodose.

Quando se ne è andata alla veneranda età di 98 anni, aveva espresso il desiderio di indossare una camicia da notte rosa che le avevano cucito le sapienti mani di mia madre.

Ma alla sua destra ho pensato di piegarle il suo amato grembiule, chissà una volta arrivata a destinazione potrebbe aver avuto bisogno di quel suo accessorio che l’ha accompagnata per tutta la vita.

Forse è anche per questo che l’indaco è il mio colore preferito.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Trame di indaco”

  1. …un tessuto non pregiato, ma forte… qui si parla non di fustagno, ma di caratteri, mestieri, affetti, chissà cosa ci servirà in un’ altra vita…essere ricordati e colorosamente amati.

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  2. Come al solito ci guidi in viaggi nel tempo è nello spazio, nella natura e nell’arte, nelle pieghe degli affetti, … e ci apri finestre inaspettate.

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  3. Forse in ognuno di noi c’è un pezzettino della vita di tutti….sicuramente anche nella mia vita e nel mio cuore c’è stato e c’è un “grembiule”molto speciale
    Grazie Mirella

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  4. Si viaggia e ci si posa poi sugli affetti più vicini e quelli che hanno contato moltissimo.Anche attraverso gli oggetti a loro più cari! La Laudomia che donna.

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