Strada arancione – di Patrizia Fusi

Il sole entra con forza dalla finestra, non riesco a rimanere in casa, la bambina nata e vissuta in campagna si agita dentro di me, lei era abituata a stare sempre fuori da sola o con gli altri bambini del vicinato.
I loro giochi erano all’ aperto, solo quando pioveva si ritrovavano in qualche andito, o quando potevano andavano a casa di una bambina che aveva un stanza a disposizione, creando giochi con la sola fantasia.
Oggi quel sole mi chiama fuori, lascio tutto ed esco.
Quando sono fuori il sole mi accarezza, il cuore mi torna leggero, mi sento bene, alla prima salita il fiato mi diventa pesante, piano, piano prendo il ritmo.
Il canino Milo dei vicini quando mi vede passare abbaia con foga, come a farsi coraggio, lo chiamo per nome, il suo abbaiare diventa più dolce e lentamente si spenge.
Sento sempre un po’ di fatica a camminare, sono arrivata alla strada vicinale che porta alla villa dei Ginori, nei tempi passati era adoperata per raggiungere alcuni campi con più facilità e per accorciare il tempo per arrivare in paese.
Nella strada ci sono delle pietre sfalsate appartenenti al terreno della collina, andando più avanti trovo scarti edili, ci sono tanti piccoli frammenti di mattoni che formano un tratto di strada arancione.
I campi intorno a me sono abbandonati, il sottobosco li sta invadendo, gli olivi per strapparsi a quell’abbraccio mortale sono cresciuti in altezza[P1] , un fruscio nel folto del balzo, un fagiano spicca il volo, il sole illumina i bei colori del suo piumaggio.
Andando avanti trovo un appezzamento di terreno con ulivi curati, il sole mi riscalda, rumore di trattore in lontananza.
Dietro di me, nella collina sinistra, la villa del Petriali spicca nel verde argentato degli olivi.
Il sole illumina tutta la vallata, il campanile della pieve svetta su tutto.
Accanto al paese un serpentone gli passa vicino e produce un fruscio rombante con varie intensità di suono.
Devo farci l’occhio, è la modernità della nostra società.
Nel cielo bianche nuvole disegnano morbide piume, il sole e più tiepido.
Ai margini fiori gialli, belli ma fragili.
Libertà, capacità di vedere bellezza nelle briciole di vita che ci circondano, occhi intensi che sanno guardare
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La fragilità dei fiori, una immagine delicata, attenta, vedo i tuoi occhi che osservano, amano dedicando alla natura sguardi innamorati. Delicatamente bello
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