Auguri arancioni – di Laura Galgani

Per te è normale: ti presenti a casa mia il 10 ottobre e con delicatezza e semplicità appoggi sul tavolo di cucina bianco latte, di cristallo, un oggetto sfavillante, morbido, elegante e follemente arancione.
Io so già cos’è, ma non voglio togliere a mia figlia il gusto della sorpresa.
Per il mio compleanno, in marzo – che poi è il NOSTRO compleanno – mi facesti ridere con quell’involucro giallo di stoffa sfacciatamente dorata a forma di corona, con i “raggi” proprio come il virus al microscopio: “Sì, è proprio il “Corona”, ma a te porta bene”. E infatti, dentro avevi nascosto ben tre ricche banconote.
Stavolta la “busta” è più sobria, ma raffinata. Quel fiore sulla destra la impreziosisce con semplicità.
Le stoffe, i colori, da sempre il tuo mondo. Per te è normale cercare armonia fra i colori e creare mondi in drappeggi inusuali. Basta che tu abbia per le mani due o tre sciarpe, di quelle sottili, di voile drammaticamente sintetico, che una per una non indosserei mai, tanto sono prevedibili nell’effetto, che in un attimo le prendi, le leghi da una parte, ci fai un nodo morbido che diventa subito un fiore e poi me le avvolgi intorno al collo ed ecco fatto, ho un prato fiorito intorno al viso. Peccato che quando ci riprovo da sola la magia non esca più e le sciarpe tornino ad apparirmi grigie.
Solo dalle tue mani quella bellezza si sprigiona. Come farò quando potrò solo ricordarlo?
Ma ora, ancora, ci sei, e sorprendi mia figlia con quella busta arancione di stoffa morbida. Ho negli occhi quel colore così acceso che in un attimo ci riporta tutte e tre laggiù, in India, dove tutto è cominciato.
Tu, mamma, là, in quella “stanza – magazzino – studio” dell’orfanotrofio, mi hai visto partorire la mia maternità adottiva. Tu, insieme a me, sei stata così felice di vivere con me la nascita di Tushna come figlia. Ti ricordi? La direttrice – la saggia e bella signora Kumar – entrò tenendola per mano, avvolta nel sari giallo e argento che ogni bambina quando è il suo turno indossa il giorno del primo incontro con i genitori adottivi, e semplicemente le disse: “go to your mam” – vai dalla tua mamma – e lei quasi correndo mi salì sulle ginocchia e si accomodò sul mio grembo. Sorrideva. E non mi conosceva neanche. Tu eri lì, mamma, davanti a me, e con me piangevi di gioia.
Ricordo quel momento tutto in arancione, come le pareti della stanza – magazzino – studio, come la divisa delle ragazze che lavoravano all’orfanotrofio, come le mura esterne delle casette dormitorio dove c’era il suo lettino a castello, come la terra del giardino incolto dove andammo a giocare a palla.
Sono passati 16 anni da allora. Il 10 ottobre abbiamo festeggiato il ventesimo compleanno di tua nipote. Il colore arancione della tua busta – biglietto non è un caso, è il colore di un sentimento, di una storia, di un ricordo, di un mondo e delle sue spezie. Del nostro cuore che ne è pieno.
Un arancione bellissimo, pieno di luce, una figlia che ti ha davvero attraversato, non meno che se lo avesse fatto biologicamente. La bellezza semplice dei grandissimi amori eterni
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Mamme…e nessuna è più mamma dell’altra, colori , profumi, si intrecciano come una lunga sciarpa arcobaleno.
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