Soffitto arancione

Soffitto arancione – di Stefania Bonanni

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

Arancione non è dimensione semplice, non facile da trovare, né da raggiungere. Se fosse  così,  si chiamerebbe arancino. Invece è roba grossa, “arancione”, una somma, il traguardo di una tappa in salita, una miscela di scene di vita che nel ricordo r ispuntano colorate di rosa tenere e amorose, piene di abbracci pronti a non fare cadere. E poi sono diventati ricordi giallini, aspri ma luminosi, appena appena usciti dal verde assoluto, vogliosi di stelle, di sogni, di ginestre dei boschi d’estate. E, quasi senza averne consapevolezza vera, ma più solo trascinati dalla vita, c’è stato un lungo periodo di fiamme, tutto colorato di rosso, di passione, di passioni, di baci da film, bandiere rosse, tutto o nulla, dove le parole erano mai e per sempre, senza tentennamenti, senza colori sbiaditi, puri e convinti di essere monoliti inattaccabili, diamanti splendenti. Poi il rosso è  diventato scuro. E quanto possa essere scuro il rosso lo sa chi lo ha visto c olorarsi  di dolore, di sangue, di paura,  di solitudine, di crolli e perdite. Che poi, ogni volta si continua, ci si mette tutto il cuore rimasto, si stringono forte i denti, e si va avanti. Ma si percepisce il pericolo accanto. E il pericolo vero è  che il rosso, tra la possibilità di stemperarsi in arancione mescolandosi a colori di vita, e quella altrettanto a portata di mano ‘, di perdersi in un nero che a volte puo’ sembrare riposo, e rifugio, e calma’, anziché arancione, diventi marrone, che è sempre un “one”, che è madre terra, ma è pericolosamente vicino a colori che anche mescolandosi ad altri, non hanno possibilità di schiarire.

L’arancione va cercato, si trova a volte sotterrato. La cameretta che dividevo con mia sorella aveva pareti dipinte di giallo, e soffitto arancione, e ci spendeva sempre il sole.  Ho stretto mani tese negli ultimi tempi, radici sotterranee che erano li’ anche quando non le vedevo, che bastava cercare , che sono mani calorose e affettuose di amici creduti persi,  amici che erano ragazzi e vicino ai quali si è  cominciata la vita. Ed è  esploso un gran calore subito, quando ci siamo accorti che l’affetto rimane intatto, che quando ci siamo voluti bene da ragazzi, è per sempre. È quell’affetto il monolite che tradisce il tempo, e che fa rinascere la voglia di colore, anche in autunno, sono sicura, anche in inverno.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Soffitto arancione”

  1. si legge senza prender fiato .Il rosso che diventa nero spaventa ,quello che volge al rosa lascia l’amaro in bocca pur non volendo esser monolitici.Bello questo canto agli affetti e alla vita.

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  2. Un inno per ogni colore, un colore per ogni sentimento, bisogna saper dipingere bene, per fare un quadro così bello, bisogna saper scrivere benissimo per descrivere il soffitto della vita.
    Bellissimo

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  3. Tanti i colori ,come i momenti vissuti o da vivere ancora con estremo coraggio. I ricordi servono per riprendere fiato prima del nuovo cammino

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  4. Le mani tese come radici sotterranee che escono alla luce quando le si chiama… Bellissima immagine! L’arancione colore di equilibrio, difficile da mantenere, vibrazione elevata per funamboli esperti… Grazie Stefania!

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