La gentilezza

Elogio della gentilezza – di Vanna Bigazzi

Perché macchiare la gentilezza con la rabbia, la villania? Spesso l’insolenza, l’arroganza prendono il posto della gentilezza. Le regole, anche quelle personali, quelle che ci siamo autoimposti, sono importanti ma quanto sono inutili se non vengono comunicate nella maniera giusta, con civiltà! Un bambino, ma anche un adulto, può non rispettare una regola se gli viene imposta in malo modo, mentre può fare anche quello che non gli va, se viene chiesto con gentilezza. La gentilezza è un’arte nobile e al tempo stesso efficace. A volte, non essere gentili, può sconfinare anche nella violenza, e sta peggio chi la esercita piuttosto che la persona che la riceve. Quando queste rigidità prendono campo, significa che il rancore dilaga, si impadronisce del nostro pensiero, rendendolo schiavo degli istinti. La gentilezza unisce, così come la riconoscenza e il riconoscimento, sono valori che contribuiscono a tenere insieme le persone, non a dividerle. Specialmente in momenti di crisi diventa preziosa, perché unisce nella risoluzione dei problemi. Migliorando il tono dell’umore, impedisce la fuoriuscita dell’aggressività. Oggi questa “perla” sembra spesso si sia smarrita, perché si vuole arrivare primi “a gomitate” ma “a gomitate” si va poco lontano. Come è bello poter dire: “ti voglio bene” anziché criticare. La gentilezza è una forza senza pari, che non denota solo buona educazione, ma amore verso il prossimo.