QUESTO “IO” CHE SENTO – di Laura Galgani

Questo io che sento di essere non è qui con me.
Ne trattengo solo un frammento, una scheggia.
E’ solo un anello di un’infinita catena.
Se guardo l’anello che stringo nella mano destra – luminoso, d’oro bianco, un cerchio perfetto – vedo che si intreccia con altri due, uno a destra ed uno a sinistra. Non sono uguali al “mio”, nient’affatto: quello di destra è trasparente e scompone la luce nei colori dell’arcobaleno; quello di sinistra è di giada, freddo sulla pelle ma vivo e antico.
Ognuno di questi anelli – perché ce ne sono infiniti, agganciati gli uni agli altri – è un pezzetto di me che va in giro a conoscere il mondo. In questo momento uno è sulla cima del cedro del libano nel giardino dei miei fratelli, qui vicino, e sente il vento forte passare fra i rami protesi sulle case; uno è sulla spiaggia di Castiglione della Pescaia a caccia della luna, un altro ancora è stretto fra le mani di un malato all’Ospedale del Ponte a Niccheri, un altro ancora nella tasca del camice della mia giovane cugina Benedetta, medico di terapia intensiva a Siena. Questi sono solo alcuni. Di molti so esattamente dove sono, di altri so solo che sono in viaggio e ogni tanto mi mandano notizie. Altri ancora sono così lontani nell’Universo che per sentire i loro messaggi devo mettermi in silenzio e ascoltare attentamente. Dopo un po’ li vedo, viaggiano a tutta velocità fra un pianeta e una stella, incontrano esseri di luce con i quali scambiano bagliori intermittenti. Di sicuro usano un linguaggio segreto che la mia mente terrestre non è in grado di capire, ma il mio anello d’oro bianco sì. E allora il messaggio arriva anche a me. Quando questo accade stringo la mano e piango di gioia.
Non m’importa di non avere un “io” tutto intero. Non saprei cosa farmene. Non mi piace sentirmi reclusa in questo stesso mio corpo, che oggi c’è, domani chissà. La felicità è conoscere attraverso tutto ciò che esiste. Essere un pezzetto di tutto ciò che è.
Stringo un sasso, ne sento il calore, se è stato al sole; o la freddezza, se siamo in inverno. Dentro quella materia, apparentemente muta e immobile, c’è uno dei miei infiniti anelli, a suo modo unico, prezioso, e mi racconta la vita del sasso. O meglio, la racconta al mio anello d’oro bianco, che trova sempre il modo di farmi arrivare l’essenza del messaggio. Certo, non tutti sono facili da comprendere; quelli che mi arrivano più facilmente sono quelli che provengono dai fiori. I miei anelli – tutti colorati delle sfumature più ricche – si divertono moltissimo a piazzarsi dentro un bocciolo di rosa antica profumata, o sul centro scuro di un girasole della Maremma, sulla fresia viola del terrazzo di casa o sul papavero rosso fuoco che spunta dal muro di pietra di Via Fortini. E mi raccontano un sacco di cose. In questo modo, io divento un po’ papavero, girasole, fresia, ma anche ape, calabrone, passerotto. Sono dappertutto, vivo e sento attraverso tutto ciò che è. E non ho nostalgia di me.
Molto bello,complimenti.
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Grazie Luca! Immaginavo che avresti apprezzato
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Molto molto bello Laura . Complimenti!
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La felicità è conoscere attraverso tutto ciò che esiste!
Bello, Laura, complimenti!
Lidia
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Brava Laura, sono sicura che uno dei tuoi anelli raggiunge anche me..
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Piccoli cerchi concentrici… che arrivano al cuore
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Pagina stupenda, Laura!
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Grazie a tutti dei commenti sinceri e sentiti!
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Brava come sempre
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Ti vedo brillare fra i petali di un girasole
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dire brava è dir poco, mi hai rapita, mi sono fatta attrarre dalla tua catena di anelli, è stato bello conoscerti perchè il tuo io è incredibilmente interessante.
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molto interessante questo riconoscerti negli anelli… una scrittura particolare e bella. Grazie Laura
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