Guardare col cuore – di Tina Conti

Ecco, tutto mi sembra fermo, posso staccarmi dalla finestra dove sono rimasta persa con gli occhi e il cuore per tanta bellezza.
Codabianca è tornato, si è fermato per lungo tempo davanti a un olivo, guardava attento con il capo voltato da una parte.
Non lo vedevo da giorni muoversi insieme alla sua famiglia, oggi è solo
Si sposta silenzioso fra i cespugli nei campi sotto casa.
Di solito è il più curioso, si volta verso i rumori e fissa la finestra, rimane a guardare, oggi con la pioggia si sente sicuro. Con quel suo codino bianco e il corpo biondo e lucido, le gambe agili e sottili.
Cerca le erbe dolci e tenere, si gode i germogli freschi, non ci sono rumori di macchine agricole o voci di bambini o di cani.
Il mio sguardo si allarga sulla valle, i verdi incantano, ma dove erano ieri? Il marroncino tenue si mescola con lo spruzzo di verde delle foglioline del ciliegio al quale sono attaccati i piccoli frutti.
Il verde del salice, la macchia del biancospino, i tronchi dei platani che si intrecciano con lo fogliame, i ciuffi di ginestra riempiono gli spazi vuoti.
Osservo il dondolio delle foglie di edera al peso delle gocce, sembra una tastiera di un pianoforte: TIN, TIN, TIN, si vedono ondeggiare e rialzarsi colpite a turno dall’acqua.
Un pettirosso vola veloce e si riposa un minuto, scuote la coda per il peso della pioggia.
Riparte, ritorna, si posa sul ciliegio, ecco che ne arriva un secondo, va e ritorna.
Saranno davvero pettirossi’ mi sembrano tanto colorati.
Vicino al bosco una moltitudine di teneri verdi, sono spuntati nella notte:
non riuscirò mai con la mia tavolozza a fermarli, sono sconfitta in partenza.
Arriva un merlo maschio, serio, pensoso, impegnato non come quei farfalloni dei pettirossi, ha scavato nei vasi della vicina in cerca di vermi per la famiglia.
Ora si ferma, si becchetta sul corpo, allarga le piume, si riposa poi parte.
Cadono le gocce, qualche folata di vento muove il piccolo ciliegio.
Per quanto tempo mi sono persa quella bellezza? quel mondo che ogni giorno ci avvolge che poco conosciamo?
Non lo vediamo, non siamo più capaci di viverlo immergendoci dentro
Ora potrei rimanere ore, a guardare, non mi annoierei, perché sento la sua
voce, ho tempo di ascoltarla, mi sento avvolta.
Come è difficile però, saltare in questa dimensione, ritornare su questo tempo…Immaginare un vivere diverso, forse più vero, che ci aiuterebbe a ritrovare relazioni e valori dove il cuore e gli esseri viventi hanno prevalenza su tutte le cose.
Cosa sarà domani, come saremo noi, speriamo più veri e migliori, di sicuro saremo diversi.
nella bellezza della natura si scopre la sensibilità e la semplicità armoniosa di tutto il creato.Mi sono sentita in sintonia e in pace. Grazie Tina!
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Che belle descrizioni!!Fanno sentire e vedere i colori!!😀😀
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Sembrano” personcine” questi tuoi amici con le ali…..ti leggo…una pace…
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Prendere le distanze. Forse il segreto è proprio questo. Se avviciniamo il libro a due centimetri dal naso non si riesce a leggere niente.
Guardare staccandosi dal consueto per avvicinarsi a quanto di più bello la natura ci regala. Da sempre..
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bello Tina, ti vedo dietro la finestra ad osservare ogni colore, ogni movimento, ogni emozione attorno a te, come sola la sensibilità di una grande acquerellista come tu sei può fare. Riflessioni di pace e di serenità.
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Immagini dipinte da parole giuste, belle e.adatte. Bisogna guardare.più che.vedere, e si sente con tutti gli organi, non solo con le orecchie. Grazie.
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Bello sarebbe tornare indietro per vedere meglio e più lontano, rientrarci. Speriamo sia così. Per il momento apprezziamo questo riposizionamento. Bel brano Tina, dalle piccole cose grandi aperture…
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