Abbracci di stelle – di Luca Di Volo

Era stanco, stufo, annoiato. . gli mancava il respiro.
Doveva uscire, camminare, anche andare oltre i 200 metri. . quell’assurdità odiosa. . magari necessaria, ma non per questo meno odiosa.
Non svegliò neanche la moglie, e non indossò neanche la mascherina prescritta. Non aveva intenzione di fermarsi con qualcuno, quindi. . inutile. Voleva l’aria, l’aria dolce della primavera. . e avrebbe pagato volentieri la multa, la condanna e tutto, pur di goderne ancora a pieno respiro.
Più che uscire, si catapultò fuori dal portone.
Nessuno. . non si stupì, era quello che si aspettava. Silenzio. . e anche questo era normale per quei tempi…solo il garrire delle rondini e i richiami del cuculo.
Però si avvertiva qualcosa d’insolito. . non sapeva che cosa, ma . . c’è silenzio e silenzio. . e quello era un silenzio più silenzioso di altri.
Si incamminò prendendosi in giro per quelle considerazioni sgrammaticate, con passo deciso valicò il Lungarno, si inoltrò nei giardini…Ormai era sfida aperta.
Superò anche i “ginguegento” metri. Nessuno. Arrivò all’Albereta. Nessuno.
Ora però una certa qual inquietudine cominciò a mordergli il respiro. Altre volte c’era silenzio, c’era il deserto, ma si sentiva lo stesso qualche rumore, qualche auto, qualche autobus passava sempre, e qualcuno a piedi si poteva vedere.
Invertì la marcia e si avviò per il Lungarno Ferrucci. Accelerò il passo…spinto da un’ansia illogica.
In quel momento avrebbe desiderato…implorato quasi che una macchina dei Vigili lo fermasse: ”Ehi. . dove va lei. . e senza mascherina. . ”
Nessun vigile, nessuna macchina. Solo il cielo blu e il vento profumato.
Strane idee . . ”Ma dove sono i miei simili?! Dove sono andati…”
Proseguì il cammino guardando sfilare come allucinato il Ponte S. Niccolò. . il Lungarno Serristori.
Arrivò al Ponte Vecchio. . almeno lì era sicuro. .
Ma tutto rimase silenzioso.
La conclusione era ovvia forse un po’ paranoica, ma terribilmente reale e straziante.
Gli uomini se n’erano andati.
Dove?! Erano morti tutti?! Impossibile, qualche cadavere in strada ci sarebbe stato.
E allora?
Erano svaniti, dissolti nell’aria. . così pareva.
Si mise a sedere sul selciato. . Per la prima volta ammise con sé stesso di non aver mai amato i suoi simili, di averne evitato la compagnia. Chiuso nei suoi studi sull’universo e i suoi interrogativi angosciosi e struggenti, non aveva posto mai mente al fenomeno più intrigante di tutti: l’umanità nuda e cruda.
Pensò alle tante estinzioni di massa che il pianeta aveva visto. . forse era una di quelle.
Ma non rimase convinto. E allora perché lui. . e solo lui era lì?! Quale assurda legge naturale era stata applicata?!
Risorse lo scienziato. . questo lui era. . nonostante tutto. Si ricordò che anche il vuoto non esiste. . solo un apparire e sparire di particelle in un tempo minuscolo…Vero, ma cosa avrebbe percepito la particella dal suo punto di vista? Forse per lei quell’istante infinitesimale era tutta la sua storia. . il susseguirsi delle sue civiltà. Che ne sapevamo noi?
E se anche l’uomo, così orgogliosamente superbo non fosse stato anche lui nient’altro che una particella che, terminato il suo tempo, doveva annientarsi per far posto a…a cosa?
Lucidamente comprese che la stanchezza e la strada lo stavano facendo sragionare.
Ma si costrinse a continuare.
Percorse Borg oSS. Apostoli, poi Ponte a S. Trinita. . sperando. . pregando di essere contraddetto.
Ma il silenzio opprimente e assordante rimase e continuò a torturarlo.
Ora si dichiarava pentito di aver evitato la compagnia dei suoi simili, chiese perdono a Dio, alla Madonna e a tutti gli angeli. . ma nessun Dio in quel momento era in ascolto.
Quando giunse all’altezza delle Cascine lo sorprese la notte.
Ormai più che stanco si sdraiò sopra un prato e sentì che il cielo stellato gli precipitava addosso.
Dio, quante ce n’erano…insensibili, insolenti e indifferenti luccicavano nella loro gloria senza tempo.
Non c’erano più gli uomini. . ma si potevano abbracciare le stelle, tutto il firmamento.
E le stelle emisero un lampo di approvazione.
Si addormentò contento.
Che dire : incalzante, ben descritto, il tuo vagare…il suo vagare…il nostro…una fotografia perfetta con un ritmo frenetico che trova finalmente pace…sotto un cielo stellato
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Bello, affascinante coinvolgente, letto tutto di un fiato. Molto bene Luchetto 😜
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Bello.Veramente.Incalzante.
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Ritmo fantasia immagini!!! Bello davvero
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Molto bello Luca, complimenti, non so come mai ma in diversi punti mi ha richiamato Calvino.
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Potrebbe essere una ripresa del film “The day after”. Solo che non c’è distruzione intorno, solo silenzio. E la consapevolezza di quanto siamo infinitamente grandi e infinitamente piccoli. Come tutte le componenti dell’universo.
Bravo, mi ci sono calata dentro come se a camminare fossi stata io
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Molto intrigante, e alla fine c’è anche la soddisfazione dell’abbraccio delle stelle! Bello il silenzio sembra proprio di camminarci dentro…
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