Solitudine al tramonto

Arrivederci…. – di M.Laura Tripodi

L’ho conosciuta in una mattina di fine inverno.

Piovoso fuori e semibuio dentro.  O almeno così mi era sembrato il percorso per arrivarci.

Forse ad essere buia era la  preoccupazione di non riuscire a nascondere la  mia paura di essere un giorno io ospite e non visitatrice.

Il salone era ampio e molto luminoso. I finestroni erano chiusi, ma all’esterno si poteva intravedere un terrazzo molto ben curato dove in primavera, immaginai, i vecchietti sarebbero stati portati   a bere un po’ di sole.

Tentai con qualcuno di loro un timido approccio.

Difficile.

Mi guardavano senza capire e in quegli sguardi mi sembrava di leggere lo smarrimento di chi non riesce a ricordare.

Io ho sempre pensato che dentro a quelle menti vecchie e stanche vi fosse il segreto di chi capisce tutto ma non è più in grado di esprimerlo.

Per questo, analogamente a come faccio con bimbi molto piccoli , parlo come se tutte le mie parole arrivassero chiare e limpide nel loro pieno significato. Non si sa mai.

A un certo punto l’ho vista e ho avuto la sensazione che avesse captato il mio pensiero.

Era seduta in maniera piuttosto scomposta su una sedia a rotelle. Il capo leggermente riverso all’indietro e piegato sul lato sinistro. Le mani tenute l’una sull’altra quasi in un gesto di raccoglimento. Aveva gli occhi semichiusi, ma dava la sensazione di seguire quello che accadeva intorno.

Quello che mi colpì di lei era un qualche sentore di eleganza e leggiadria. E poi i suoi capelli: neri.

Qualcuno doveva aver soddisfatto una sua richiesta e io pensai che quella doveva essere stata una donna che aveva tenuto molto al proprio aspetto.

Chiesi chi fosse.

Una ballerina.

Ah ecco.

Porto sempre con me un taccuino e una matita. Di getto ho abbozzato un ritratto, come per imprimere bene nella mia mente lineamenti che non fossero solo fisici, ma che rappresentassero un’emozione.

Non ho mai parlato con lei. Mi sono limitata ad osservarla e sono quasi certa che lei abbia fatto altrettanto.

L’ho ritrovata stamattina su una pagina di giornale.

Era una persona famosa ed è morta da sola a 102 anni.

Attrice, ballerina, modella. Aveva posato per la statua che si trova alla stazione, di fronte al Palazzo dei Congressi.

Non l’ha portata via il corona virus. Si è semplicemente addormentata.

Addio Vittoria. Le nostre vite si sono incrociate solo per un attimo, ma la mia matita ha tracciato un ricordo di te che mi accompagnerà per lungo tempo e non solo sul mio taccuino.

Forse nei tuoi occhi semichiusi avevo  letto un messaggio che parlava di  gioia di vivere.

Nonostante tutto.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Solitudine al tramonto”

  1. Commovente. Ho trovato poetico particolarmente quel ho sempre pensato che capissero tutto ma non trovassero la strada e il mod per esprimerlo.
    Un ricordo bellissimo.

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  2. Bella la descrizione di cosa accade nella mente degli anziani, capiscono tutto ma sono impotenti nell’esprimere, brava Laura

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