Sola con Roberto Vecchioni – di Rossella Gallori
“Fa più rumore questo silenzio che le urla della gente”
Le era bastato aspettare…la fine di un film inguardabile, la gatta che finalmente aveva scelto il posto per dormire, l’ apparecchiatura per la colazione, le voci dei vicini finalmente spente…indossare il suo pigiamone, gettare le ciabatte, il russare rassicurante o quasi di suo marito, le gocce pronte, forse troppe, ma mai nemiche, più compagne di viaggio…si le era bastato tutto questo…la porta chiusa, un divano rosso fuoco, più cuccia che relax per essere finalmente sola…
Non era la sua solita solitudine, quella che da bimba le era stata insegnata “ perché da soli si scappa meglio” quella che era diventata nel tempo una zaino pieno di pietre pesanti, che non la facevano mai raggiungere la meta, anzi la riportava sempre più a valle….era semplicemente la fine di un giorno stupido ed un po’ inutile pieno di discussioni aspre che mal celavano…altro…molto altro..
Lyuba nel silenzio di quella notte aveva, non solo metaforicamente, cambiato canale, sorseggiato la sua tazza di latte bollente, scosso la sua testa grigia, gettato lo zaino e a piedi nudi, aveva raggiunto lo Stelvio, quaranta tornanti, come le sue cicatrici, quaranta curve fatte senza fiatone, i ricordi erano medaglie sul campo leggere e luminose….
La neve era raso di seta pura, un tessuto volpone che nasconde i nodi della sua trama, liscia, lucida, abbagliante…..con un sole caldissimo che non brucia, né agli occhi né al cuore…
Ed era rimasta, li, su quel divano pieno di gente bella, di gente buona, che sapevano tutto di lei…ed avevano trasformato i suoi difetti, le sue difficoltà in piccole perle preziose e ne avevano fatto un” vezzo prezioso” ed unico…..
Lyuba non ebbe il coraggio di indossarlo, ma lo avvicinò ai suoi occhi un po’ stanchi per meglio vedere la preziosa chiusura, perfetta se pur irregolare…
E in una notte che era già domani, ad oltre 2000 metri sui tetti di Rovezzano, guardando una televisione che le apparve come un cielo stellato, a finestre chiuse, sentì ancora quelle parole…quella canzone : Ma stai parlando? Tu stai gridando! Cosi non vale è troppo facile così….ma non lo senti che è più forte la vita della morte…
Chiuse gli occhi e si addormentò, tra cuscini color fuoco, e morbidi plaid color cenere….Lyuba aveva imparato a difendersi molto dagli altri, poco da se stessa….ma quella notte…forse quella notte era cambiato qualcosa….non tutto….Vecchioni con la sua musica cullava i suoi sogni : oh oh cavallo oh oh….
Ps: un grazie speciale a Roberto Vecchioni e non solo..
“e se non potrai correre e neppure camminare…ti insegnerò a volare!”
"Mi piace""Mi piace"
Che dire. Sempre magia. La sofferenza che si mescola alla gioia delle piccole cose e a volte ci dà rivelazioni istupefacenti. Mi ha fatto pensare a un quadro di Van Gogh
"Mi piace""Mi piace"
Che dire. Sempre torna la magia di sassi pesanti che diventano perle. Dolori che si sciolgono nelle piccole gioie. Mi ha fatto pensare aila forza prepotente dei quadri di Van Gogh
"Mi piace"Piace a 1 persona
Dolore che si specchia in panorami che si rincorrono.Su tutto la pace liberatoria della musica.Bello.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bello intenso triste come solo tu sai esprimere in poche righe, cosa aggiungere ? Commovente soprattutto in quei momenti in cui rispecchi te stessa
"Mi piace""Mi piace"
Lyuba goditelo questo gran colpo di culo che è la vita e poi ricordati che Roberto ” vorrà contare i tuoi capelli, fino all’ultimo senza sbagliarsi e poi confondersi e ricominciare”.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Troppo bello che è pure difficile trovare le parole adatte per commentarlo.
Mi hanno catturato i tornanti dello Stelvio.quel divano rosso fuoco ,la neve raso di seta pura… e quei 2000 metri a Rovezzano .
Brava!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Emozionante bello ,sempre intensi i tuoi scritti, le perle della tua collana.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pezzi di specchio che sbattuti contro le rocce diventano piccoli gioielli
"Mi piace""Mi piace"