Ferite pasquali

Ferite – di Rossella Gallori

Un delicato macramè rosso sangue sbiadito troneggiava, tra piccoli pulcini gialli, immobili spettatori di una Pasqua muta e calda, come un pesce agonizzante su una spiaggia dorata e deserta, gli ovetti colorati traballavano ad ogni spalancar di finestra, le foglie di olivo si stavano accartocciando prima ancora dello scioglimento delle campane…la Menorah era polverosa come l’ ex voto d’argento, per la par condicio, che mi era stata insegnata da sempre… ed aveva arrecato più danni della grandine….scoppiò all’improvviso il piccolo flacone d’acqua di Lourdes, stretto tra il piccolo uovo di fine cioccolato al latte ed un’immensa gallina di cencio….

Si è la Pasqua della paura, dell’ansia della voglia di fare tre passi in più per essere fermati, ammoniti…ma identificati come esseri umani e non da maiali in cassetta, dal futuro incerto di prosciutto economico…

Mi devo svegliare…alzarmi…farmi di caffè e biscotti buoni…guardare il telefono…accendere la televisione, anche se non  son nemmeno le cinque  del mattino, un mattino già tiepido e cinguettante di uccelletti rompipalle……

Tra repliche e filmacci, scopro un canale sconosciuto e famigliare che si allontana e si avvicina in un caleidoscopico frullare di immagini…un libro di poesie mai pubblicato per mancanza  di soldi e d’amore verso me stessa, un viale di cipressi spettinati ed incombenti, una divisa verde bottiglia, prematura ed indispensabile, un vestito da sposa dai colori di una serra disastrata, i racconti strappati, le amicizie perse, quelle sbagliate, case senza luce, luci senza ombre, libri mai letti, occhi che non sanno guardare davanti, silenzi cattivi inconsapevoli del male che fanno…poi…poi…

Mi devo svegliare!!!!!

Spengere il “canale delle ferite” fare altro caffè,  imburrare il pane appena tostato, spalancare le finestre, accarezzare il gatto, dargli cibo buono e goloso, accertarmi che i miei gioielli finti siano al loro posto, anche se un po’ ammaccati ci siano, mettere il mio profumo anche se forse non esco, metterlo per me, per farmi capire che lo merito anche oggi che, una televisione stronza trasmetteva le mie ferite, per renderle pubbliche…

Cambio colore di ombretto, indosso qualcosa di carino anche se mi va un po’ stretto, recito la solita preghieruccia striminzita, cerco i braccialetti più vistosi, gli anelli più grandi, cerco la voce di mia figlia su un telefonino che è piu acari, che numeri…. spengo la radio, ascolto le sue ultime parole ritmate da pause che… Stanislavskkiy insegna…NESSUNA FERITA È PER SEMPRE….

Scopro che lo sapevo già, rispondo a chi non c’è: ma fanno male, sa dottore, ad ogni cambio di stagione, ad ogni spintone, ad ogni …troppo freddo …troppo caldo…ad ogni abbandono, ad ogni ansia, ma ce l’ho quasi fatta, sa, a diventar vecchia, ad esser quella che sono, ad aiutare gli altri, a dare a prendere….ad avere figli, a restar dove sono, a non scappare….a scrivere senza vergogna, a non pagare per esser letta…a vivere con i miei fantasmi…che non mi fanno più paura, anzi mi hanno insegnato a dire grazie a chiedere scusa…. a cantare da stonata, a leggere da strabica….

Stacco la spina, per paura che si riaccenda da sola, la radio impiastricciata di marmellata d’ arancio, saluto in modo poco elegante il dottor…..cavolo ma come si chiama….Mo, More….poco importa, francamente me ne frego, indosso la mascherina ed esco…a portar fuori un cane che non ho…..

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “Ferite pasquali”

  1. Come sempre. Dritta al cuore. Almeno al cuore di chi le ferite ha imparato a guardarle perchè non siano solo dolore. Bravissima

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  2. Ho sempre pensato leggendoti che tu quando scrivi componi opere d’arte. Arte contemporanea, di quella che non dice ma trasmette. Di quella che puoi non capire ma ti scuote. Complimenti è dir poco

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