Metamorfosi delle ferite – di Vanna Bigazzi

Vorrei lasciarvi, ferite del passato,
ma anche vi cullo sia pure non gradite:
mi tormento, mi faccio del male.
Poteste voi sparire per magia…
Ma un chiodo fisso scalfisce la mia mente,
purtroppo, dentro, vi devo macerare.
Appartenermi, accogliervi ed amarvi,
aprire un varco per poi farvi volare.
Dritto sentiero vi porterà lontano,
scortando il mio dolore diluito.
Solo allora uno spazio s’intravede,
a separare la marea dal cielo:
una lingua di terra di nessuno,
attende il tuo germoglio per fiorire.
Qui non vi è il bene e non vi è il male,
qui l’istinto di vita può creare,
la tua stabilità ricostruire.
Cogli quell’attimo e risorgi,
animo mio frustato e delirante;
questo è il momento buono per sbocciare
e ancora nuovi lidi calpestare,
con arte in seno vestita di diamante
Bella bella!
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Traduci in dolce poesia riflessioni dure da esprimere in prosa
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Grazie a entrambi!
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Brava, accoglierle e amarle le ferite per risorgere e calpestare nuovi lidi.
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