Ferite

Nessuna ferita è per sempre – di Patrizia Fusi

Sono sull’autobus, sono le quattordici, sto andando al lavoro.

Ho un grande peso sul cuore.

Ieri il mio compagno ha preso parte della sua roba e è andato in un appartamento a vivere da solo, si è innamorato di un’altra.

Riflessioni, dubbi, domande, dove ho sbagliato, sentirsi inadeguata, brutta.

Questo pensare mi manda in tilt il cervello, mi fa male persino pensare a quello che ho da fare oggi pomeriggio, sento che non devo e non posso per ora più pensare, decido di spezzare il mio riflettere.

Inizio a focalizzare lo sguardo su tutto quello che mi circonda, su le persone che sono intorno a me, dal finestrino il sole illumina tutto, sul bordo della strada i fiori di campo formano piccole macchie di colore.

Ecco la casa cantoniera, abbracciata nei sui tre lati dalla terra della collina, ha un piccolo giardino sul davanti.

Alla fermata sale una signora dai capelli rossi.

Continuo a guardare le case, dalla loro forma architettonica cerco di individuare il periodo in cui possono essere state costruite, le persone sui marciapiedi le guardo le scruto, salto velocemente da un’immagine all’altra, questo guardare mi allontana la sofferenza che ho nel pensare.

Sono arrivata a lavoro, incontro alcuni miei colleghi, mi sembrano che tutti loro siano felici, lavorare mi fa stare meglio.

Il contatto con i clienti, il parlare con loro, i loro sguardi mi fanno sentire bene, il cuore mi diventa più leggero.

La vita continua.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

4 pensieri riguardo “Ferite”

  1. Bello,molto spontaneo è il tuo racconto. Non so se ti appartiene veramente, so solo che nelle cose che viviamo c’è arte.

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  2. sensazioni condivise, momenti reali, che suscitano ricordi. Credo che più o meno tutti siamo stati lasciati nella vita, io almeno di sicuro!

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  3. Il dolore va guardato. Quando lo si riconosce si può andare oltre.
    un fresco racconto e una semplice lezione

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