Pescare senza canna – di Luca Di Volo

Questa volta la scintilla parla di pesci guizzanti sullo sfondo di un vasto orizzonte . E per me il rischio è quello di farla cadere e spengersi con un frustrante pfff…e basta.
Mi spiego. Io non ho nessuna esperienza “pratica” di questa cosa, non so nulla di esche né di “mosche” usate per adescare guizzanti creature acquatiche.
Però la metafora tra la comparsa abbagliante dell’idea e il lampo argenteo della cattura mi colpisce.
Non mi rimane quindi che creare un non-luogo e un non-tempo dove anche chi non ne sa nulla in pratica possa provare le emozioni del tirare a riva un pesce-idea.
Non so se capita anche a voi. . ma a me riesce, a volte di creare nella fantasia panorami e scenari che sembrano esistere realmente. Credo si chiami “sognare ad occhi aperti “e che più o meno tutti l’abbiano sperimentato.
Ma ora bisognava proprio che mi creassi un nuovo universo se volevo proseguire nella mia esplorazione.
Ed ecco il panorama…immaginatevi l’ansa di un grande fiume, largo e pigro. Si avvolge intorno ai due argini come una bella donna che si stira con un languido sospiro.
Il tardo pomeriggio estivo conduce un leggero zefiro che accarezza l’aria e appena scompiglia le folte chiome dei platani e degli olmi che si piegano in muta preghiera verso la corrente capricciosa, dove piccole onde sorgono e spariscono nel loro mutare: da ying a yang…e da yang a ying…senza tempo.
Io sono lì semidisteso in un piccolo spazio di rena da cui traspaiono a filo d’acqua piccole luci che abbagliano colpite da un sole ancora potente.
E scopro che quei lampi argentati non sono altro che pesciolini che saltano sulla superficie lottando contro corrente opponendosi al fiume che travolge.
Sento una sconfinata ammirazione per queste creature caparbie che si ostinano ad andare sulla via più difficile…
Come i nostri pensieri che spesso vagano senza ritegno verso spazi sconosciuti, attirati solo dalla bellezza di un ragionamento, fatto di pura estetica e contro ogni logica conosciuta.
E io mi stavo ponendo strane domande…. il fascino delle formule matematiche, degli antichi geroglifici…delle tavolette in cuneiforme…cos’hanno in comune? La risposta mi bruciò: oltre il senso, la traduzione, la decodifica, nessuno ha mai pensato che queste cose portano con sé un altro dono prezioso: la bellezza. Sì, prima di tutto queste espressioni sono BELLE; fatte di una bellezza arcana e svincolata da ogni aspetto PRATICO. Esse sono belle IN SE’ e PER SE’…
Attirano in un mondo totalmente “altro”, con categorie estranee ma familiari.
E, fatalmente, questo universo vuol farsi esplorare e trasportarci “altrove”, difficile resistere, bisogna partire.
Ed eccolo il mio bel pesciolino. . alla fine ne ho pescato uno anch’io.

