Nonna sulla panchina – di Chiara Bonechi

Affacciata alla finestra aspettava e sapeva che non avrebbe mancato il suo appuntamento pomeridiano.
Infatti eccola la sua nonnina, quasi trainata dal volpino bianco al guinzaglio che abbaiando annunciava che erano lì, appena dietro l’angolo.
“Nonna!”esclamò la bambina.
“Scendi, non farmi salire”diceva spesso la nonna,”vado sulla panchina dalla Maria!”
E si avviava là dove Maria l’aspettava, come avveniva ogni pomeriggio di sole, da primavera fino all’estate.
L’aspettava per chiacchierare e non era sola, anche Giuliana spesso usciva di casa e si sedeva vicino a loro con i guanti da ricamare, fili colorati di moulinè, aghi e forbicine.
A capo basso, creando con abilità particolari roselline rococò, pur essendo più giovane ascoltava volentieri e più volentieri lavorava ascoltando le due anziane amiche disquisire sui cibi cucinati, sulle nuore e sui figli, talvolta anche su Gesù, le preghiere e la Messa.
E intanto le ore del pomeriggio scorrevano, le donne così passavano il tempo, serenamente.
Ogni tanto la nonna si voltava per vedere se arrivava la sua nipotina, avrebbe interrotto per un po’ le chiacchiere e se la sarebbe coccolata dondolandola sulle ginocchia e canticchiando la filastrocca di staccia buratta o cavallino arrò arrò.
La bambina accorreva con il pane della merenda in mano.
“Nonna, ora finisco di mangiare e poi giochi con me!”
Mentre gustava la fetta di pane guardava con curiosità le abili mani che ricamavano roselline rococò e rimaneva attenta alle parole che passavano da una bocca all’altra a formare frasi per lei spesso senza significato.

