Foto di gruppo

Le allegre comari – di Tina Conti

Come fate, non le so, a me  non riesce lavorare  a maglia tutti i giorni, mi manca il tempo. Oggi Giovanni mi ha portato dall’orto tutto preparato ma  in cucina ci metto tanto tempo, il  desinare era lungo, il papero quest’anno era grosso  e ho dovuto faticare per metterlo in pentola.

Poi sono venute le ragazze a cercare le cose  per la commedia. Hanno rovesciato tutto il baule, risate, da morire, si sono provate tutto, le camiciole, le calze di cotone e i cappelli. Ma ve lo  ricordate voi il mio cappello per il matrimonio dell’Agatina? Come stavo bene, a me i cappelli hanno sempre donato.

-Sii Rosa. , ricordati di girare il papero senno ti  si brucia. Rosa, ci sono andate anche le tue nipoti in paese, la macchina era piena

:- se la prendono comoda,vanno al bar, dalla profumiera, non sono mica come noi che si doveva fare sempre tutto di corsa, e poi non si avevano soldi da buttare. Quante cose si facevano da noi!

Foto di un tubo

Il tubonido – di Rossella Gallori

Si erano infilati lì, non per non esser trovati….e nemmeno per gioco, era una necessità fisica, la loro, volevano semplicemente provare a volare…volare in un piccolo spazio, cercando di non farsi male, con le ali spiegate a mo’ di farfalla. Uccelli giocosi in una gabbia aperta,  aerei senza passeggeri….privi di anni, di zavorre.

Guya, la più agile, era stata la prima a scovare l’ immenso tubo, che venne definito “il nido”.

I gemelli rubarono le tute, dal capanno sulla spiaggia, la porta aveva ceduto al loro peso senza difficoltà.

Qualcuno portò la musica, una immensa radio che quasi si accese da sola, annunciandosi con una nenia lenta ed intrigante, che li avvolse e coinvolse.

Iniziò la danza,  che i pescatori di passaggio identificarono come macabra, il nero incorniciato dal grigio/acciaio, un rito antico…li salutarono senza voce, allontanandosi dalla riva.

Per loro, invece, fu libertà, un movimento, tra sogno ed incubo, non più  piccoli uccelli….non risero, non si sfiorarono, ed ognuno divenne quello che in fondo voleva essere: un falco dagli occhi di gelo, un’ aquila aggressiva e sorda, un cardellino timido…..un pavone impietoso e tronfio, qualcuno diventò airone…e non fece mai sapere del suo volo pesante…….

Io, io mi ritrovai nel sogno, rannicchiata nel letto e divenni gufo….ed aspettai la notte per poter vivere…..

Fotografie del tempo

La freccia del tempo – di Luca Di Volo

Tre, anzi, quattro libellule, giovani donne danzanti che sembrano aggredire l’obiettivo,volti ed occhi abbagliati dallo splendore di un panorama inondato di luce. Avanzano trionfanti, quasi fossero sul palco di un teatro dove il pubblico è sospeso nell’attimo che precede il primo applauso scrosciante. Comincia a formarsi una musica che,trapassando l’immagine ci giunge come sottofondo sottile e struggente..

Bello..troppo bello….Bisogna congelarli nel tempo questi attimi,e così avviene nella foto.

L’immagine è fissata nel tempo, immutabile. Ma il tempo non si può ignorare, continua a fuggire e non si ferma.

E allora spostiamo la clessidra in avanti. Un’altra istantanea..ed eccole qui le nostre ninfe danzanti,sono ancora belle..sedute insieme, intente a sferruzzare con l’uncinetto. Non c’è più l’antico smalto, ma nell’ora della quiete della viuzza, esso gli si sostituisce con un colore antico, più morbido e avvolgente. Inventano storie  fantastiche, forse quando le racconteranno i nipotini ne saranno spaventati…Sicuramente faranno qualche commento al vetriolo sulle  ultime imprese della bellona del paese..Oppure nella pace dell’angolo serale ricameranno ogni tipo di dipinto, con francescana pazienza.

Ma capovolgiamo ancora la nostra clessidra.. Ora si forma un’immagine …insolita..Ombre di luce e materia ,sembrano agitarsi trasportate da un vento potente.Un vento che sembra provenire da un improbabile oggetto geometrico..una sorta di condotto,forse un passaggio ignoto. Un segno …una promessa di rinascita? L’azzurro del cielo che si intravede, così splendente, ci induce a crederlo. Ma non lo sapremo mai. Almeno finché anche noi non saremo lì.