Gusto dieta

ANDANDO QUA E LÀ CON IL CIBO – di Elisabetta Brunelleschi

Mangio volentieri, sono una golosa.

Ma sto attenta a quello che metto in bocca.

Mi piacciono i buoni cibi, i piatti scelti, mi ritengo capace di riconoscere i sapori genuini.

Quando vado a fare la spesa controllo la provenienza, gli ingredienti, la data di scadenza e mi sforzo sempre di portare a casa prodotti naturali, tradizionali, legati alla terra.

Talvolta però mi tradisco, con che cosa? Con le patatine e le olive. Chissà cosa c’è dentro, ma io le mangio ugualmente, specialmente durante gli aperitivi!

Questo amore per il cibo, in gioventù mi ha creato non pochi problemi. Non sono mai stata magra Già in quegli anni vincevano le immagini di donne snelle e longilinee, ma io non ero magra e con difficoltà riuscivo a seguire le diete, i digiuni non facevano per me.

Ricordo amiche che sapevano rinunciare a pane, pasta e dolci, secondo i dettame delle diete allora in voga.

Io senza pane non riuscivo a vivere!

C’erano amiche che proprio avevano la mania della dieta, erano capaci di eliminare qualsiasi alimento e poi entrare nella taglia 44 o 42. Io al di sotto della 46 non sono mai scesa, anzi in alcuni periodi ho avuto la 48.

Ricordo un viaggio a Parigi dove il pranzo era una baguette divisa in quattro parti (eravamo in quattro). In certe giornate, dopo camminate di 10\12 ore, avevo proprio fame, ma tacevo e mi adeguavo alla compagnia. Devo però ammettere che una volta a casa abiti e gonne mi risultarono larghi intorno ai fianchi.

Rammento un viaggio a Roma con digiuni all’ora di pranzo (solo una tartina minuscola) e cene in ristoranti scelti dove una ragazza del gruppo rifiutò un risotto a i 4 formaggi perché, disse, c’era il parmigiano e, secondo lei, il parmigiano nei 4 formaggi non va messo; quindi digiunò, non mangiò altro.

E altri viaggi con amiche che mangiavano un gelato in tutto il giorno e mezza pizza per cena.

Ma anch’io una volta, avrò avuto 24\25 anni, decisi di seguire una dieta. Stimolata da una collega del tempo che era molto molto più pingue di me, andai alla Weight Watchers. Gli alimenti previsti erano ridottissimi: prosciutto senza grassi, un misurino di olio, tonno al naturale, carote crude, 7 spaghetti, formaggi quasi eliminati, zuccheri niente, il pane non mi ricordo se neppure si poteva nominare. In una settimana persi quasi 6 Kg, poi c’era da andare avanti e percorrere il periodo di mantenimento, che io naturalmente non riuscii a seguire.

Comunque di quella dieta conservo ancora alcune abitudini, per esempio non metto zucchero nel caffellatte, le insalate posso mangiarle anche scondite e cerco di cuocere evitando fritti e soffritti, mangio poca pasta.

Poi via via, che dalla giovinezza sono passata all’età matura, ho capito che in certi momenti della vita il cibo mi era servito come difesa, bisogno che compensava mancanze affettive. Mangiavo guidata dall’ansia. Mangiavo e non sentivo cosa c’era intorno a me. Poi magari, al termine di un pasto mi mi preoccupavo delle quantità che sempre mi parevano troppe. Oppure il mangiare mi serviva come riposo. Ricordo che nei primi anni di lavoro in sedi lontane e disagiate, il tornare a casa e sedermi a tavola mi rilassava, mi faceva stare tranquilla. Magari c’era anche l’appetito ma l’ingoiare mi riempiva anche di qualcosa che compensava le fatiche!

Ed ora che sono sulla strada della vecchiaia mi ritengo una golosa attenta. Posso decidere di non abbuffarmi, mi regolo nella scelte, vorrei mettere in pratica lo slogan di Slow Food: buono, pulito e giusto.

Potrei ancora raccontare tanto del cibo, di come sazia, coinvolge e lega le persone, i temi sono tanti:

cibo e amici,

pizzerie innominabili e desiderio di mangiare a casa propria,

conferenze e rinfreschino finale,

cene e convitati sconosciuti,

donne esperte in cucina e donne che con fretta cuociono uno spaghetto,

scampagnate e spuntino,

escursioni, pranzo a sacco e merenda finale,

erbe commestibili e gruppi di raccolta,

sapori che scompaiono e frutti antichi,

fuoco acceso e pane abbrustolito,

il piacere del gusto,

il piacere dei sensi,

il sentirsi appagati ….

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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