Il battito – di Stefania Bonanni

Non avrebbe saputo dire quando era successo. Non si era accorta di un fatto particolare che potesse essere stato la causa. Non era accaduto niente di nuovo. Nessuno scossone alla routine. Non era morto nessuno, nessuno aveva partorito. Non aveva saputo di nuovi ammalati, perlomeno non era capitato a nessuno le fosse vicino.
Però era successo, questo era fuori di dubbio.
Per la prima volta ci pensò davanti ad uno stupendo tramonto rosso brillante. Un’illuminazione esagerata, che costringeva a fare un passo indietro al buio che premeva. Raggi sghimbesci, frecce di luce, trafiggevano un cielo che era stato grigio, anonimo, tutto il giorno. Fino al momento del riscatto, fino alla riabilitazione offerta da quel tramonto struggente e sanguinoso, nello stesso tempo. Così perfetto da rendere evidente quanto tutto fosse stato da dimenticare, fino all’attimo precedente alla sua apparizione. Appunto…e lei: nulla.Si guardò intorno, disse: “bello”, e basta. “Bello” aveva giurato non avrebbe mai detto né bello, né brutto, né solare …avrebbe cercato parole giuste, adatte. Ma le venne solo : “bello”. Se ne accorse, ci restò un po’ male, ma accantono’ il pensiero in un angolino, si dette altre possibilità.
Allora guardò dove cercava sempre, quando voleva cose stupefacenti. Alzò gli occhi al cielo, e tra le nuvole e la chioma di una gigantesca quercia dalle foglie croccanti, apparve una palla cangiante di storni, bruttini da soli o per terra, ma meravigliosi in tanti nel cielo, a contendersi il colore delle nuvole, ad inventare forme inesistenti, a regalare argento. Chissà chi prepara le loro coreografie, che musica sentono, se seguono il vento, se pensano che anche gli uomini, visti da lassù, camminano in branchi colorati dal metallo di buffe scatolette. E lo spettacolo anche questa volta le sembro’: …bello. Già: solo bello. Così cominciò a preoccuparsi, La situazione poteva essere grave. Poteva non essere in grado di controllarla.
Era sempre stata convinta che finiva tutto, se finiva lo stupore.
Solo, non credeva possibile potesse succedere a lei. Lei si incantava tra i colori delle foglie, a seguire il volo dei mosconi, a percorrere le scie delle lumache, Non toglieva le ragnatele perché non credeva si potessero trovare ricami più preziosi. Si accorgeva di piccoli esseri. Era convinta che le cose piccole ed ignorate fossero in grado di cambiare la vita.
Era il battito. Era cambiato il battito. Le emozioni arrivavano lente ed attutite.
…quello che succede nel leggerti , ora, ed ascoltarti …prima..un battito che fa bene al cuore
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