Un cucchiaio di miele – di Cecilia Trinci

La mattina è ancora fioca mentre apro il barattolo, uno degli ultimi in questo anno avaro di miele. Faccio una leggera forza sul tappo liscio e …clac, lui si apre su un piccolo mare giallo chiaro, compatto e lucido, in cui il cucchiaino fa fatica a scendere mentre sale leggero un delicato profumo. Il cucchiaino scava e stacca una scheggia d’ambra che poi stendo sulla fetta biscottata, piano. Lui, il miele di millefiori, si stende sciogliendosi subito in un filo trasparente che poi finisce in bocca in piccoli morsi. La lingua deve arrotolarsi più volte per srotolare la gruma, subito dolcissima, pastosa, mielosa appunto, e piano piano si sprigiona, esplodendo in bocca, un infinito profumo di fiori. Tutto il prato di giugno (trascorso) trafitto di piccoli fiori calpesta i denti e la lingua, lascia scie fiorite esplosive in ogni angolo della bocca, sale su, fino al cervello, facendomi affogare nell’infinito di mille pistilli odorosi, di mille colori, dal giallo dei ranuncoli, al blu dei miosotis, al rosso dei rosolacci, al rosa del pesco e al rosa del melo. E poi sento il bianco dei ciliegi e il viola dei glicini e l’arancio delle calendule e il tocco del gelsomino e le sfumature dei limoni e dei cedri e il celeste della malva e del rosmarino…..e tutta la giostra dei “fiori di giugno” fa festa in un solo attimo di miele sulla lingua.
Io il miele lo prendo sempre quando ho la tosse, ma con questo scritto sono riuscita a mangiarlo sulla fetta biscottate insieme a te, Grazie Cecilia di aver condiviso questo sapore con noi.
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