La tavola color cielo – di Stefania Bonanni

Solo al mattino la tavola mostra nudo il suo rivestimento. La tovaglia color cielo di primavera, cosparsa di rotonde nuvolette bianche, piano piano, con lo scorrere delle ore, sparisce sotto una miriade di cose lasciate cadere da chi le passa vicino, e appoggia, o butta, o solo dimentica le cose che in quel momento aveva in mano, rientrando in casa. Si può capire chi c’è ed anche, ugualmente, chi manca, dalla presenza sulla tavola delle chiavi della macchina, ed allora il babbo e’rientrato, o della borsa della zia, cenciosa e morbida, una di quelle che possono contenere il mondo intero, rossa e nera, e significa che lei è in casa : non sarebbe mai uscita senza. Le bottigliette, sempre dimenticate con ancora qualche sorsata all’interno, le lasciano proprio tutti. Ora chi esce si porta dietro la bottiglietta d’acqua, ma al rientro lascia il contenitore, semplicemente, in qua è in là. A questo proposito la tavola con la tovaglia azzurra casca proprio a proposito.
Gli occhiali poi, quelli utili per vedere da lontano, rientrando sono la prima cosa che viene abbandonata. Lo stesso succede per gli occhiali da sole, per il cellulare, per la borsa della spesa, in definitiva per tutto quello che si tiene in mano. Compaiono pacchetti di fazzolettini di carta, cappelli di lana da inverno, sciarpe, biro, riviste.
Per fortuna, chi si leva le scarpe le lascia per terra, rientrando.
Si può essere profondi anche nelle piccole cose
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