Ti racconto una storia – L’omino in poltrona

L’omino in poltrona – di Nadia Peruzzi

Nel quartiere l’odore di fritto si era fatto strada poco per volta. All’inizio sapeva di olio che friggeva appena,di piatti poco impegnativi .In poco tempo aveva preso campo e era arrivato ad impregnare tende, tessuti, lenzuola, mobili e pure gli abiti dentro gli armadi.

Un fritto rifritto di olio che era invecchiato passando da un cibo all’altro .

Anche i fiori nei giardini una volta sbocciati restituivano odore di fritto al posto degli aromi naturali e al tatto avevano pure una patina oleosa che si appiccicava alle mani di chi li cogliesse.

Veniva da una casa piccola color ocra, con una veranda che la cingeva tutta. A mala pena se ne distinguevano i contorni visto che ristagnava su tutto un pennacchio di fumo acre e fastidioso che si alzava di molto verso il cielo. Era un peccato, sembrava una casa con una storia tutta sua , tirata su con amore paziente da mani trepide e felici.

Adesso, da dopo che erano arrivati i nuovi proprietari il giardino era malconcio, gli attrezzi fuori dal capanno arrugginiti, l’erba incolta.Era trasandato anche il casotto del cane ,che non vedeva un cane da molto molto tempo.

Ad eccezione di un omino ingobbito e rinsecchito che se ne stava tutto il giorno sulla veranda senza far nulla, la casa sembrava deserta.

Lui , scostante, non dava relazione a nessuno. Restava seduto ,avvolto in un pessimo odore di cipolla fritta e rifritta che faceva pensare a  piatti tirati via, così  per fare, senza voglia e senza passione.

Chi passava lì vicino e provava a scambiare due parole, lo vedeva rattrappirsi tutto nella grande poltrona color petrolio, come se volesse sparirci dentro.

Evitava le controversie nascondendosi nel mutismo, per di più con un bel pizzico di menefreghismo.

Il fumo e quel nauseabondo odore di fritto stantio era come se non lo riguardassero affatto, come se non uscissero da casa sua ,come se non li sentisse proprio.

Rimaneva il mistero di chi cucinasse . Nei parlottii di vicinato si raccontava che al tempo del trasloco si era vista anche una signora di una certa imponenza, ben vestita ma con uno sguardo annuvolato, stanco e venato da una certa tristezza.

Si erano sentite volare parole grosse fra i due . Nessuno si ricordava bene quando fosse successo. Doveva essere certamente quando ancora stavano a finestre spalancate estate e inverno e non si facevano problemi a far piazzate in pubblico anche per futili motivi. Si era rotto qualcosa fra i due, in quel periodo, ma nessuno seppe mail il perché.

È allora che iniziarono le fritture. Ad ogni ora del giorno e della notte. La moglie non la si vide più in circolazione ,il marito cominciò a passare sempre più tempo sulla poltrona e in veranda. Ogni giorno che passava dava l’impressione di restringersi e ingobbirsi sempre di più.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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