
L’omino del bosco – di Sandra Conticini
Nel giardino meraviglioso della villa della Marchesa Pappafiele si sentivano, ogni tanto, degli strani rumori e non si riusciva a capire cosa fosse quel cigolio di rami che non faceva dormire né la servitù ne i nobili. Fatto è che tutte le mattine, quando la signora Marchesa si metteva sul terrazzo a fare colazione la sua espressione era sempre più annuvolata e arrabbiata, perchè dopo diverse notti passate a rigirarsi nel letto, la stanchezza si faceva sentire. Se poi si metteva anche l’odore del soffritto di cipolla sbruciacchiata, che già di prima mattina si sentiva venire dalla cucina, l’espressione della Marchesa diventava nerissima tendente al nubifragio.
Un giorno d’estate, mentre la signora stava facendo la sua dormitina pomeridiana, sentì un cigolio simile a quello notturno e, con un occhio aperto e l’altro chiuso vide uscire dal tronco di un albero un omino piccolo piccolo che, mentre camminava, si pestava i pantaloni da quanto erano grandi. Tutto gobbo sembrava volesse scappare per non farsi vedere. Lei lo chiamava e lui diventava sempre più piccolo e impaurito. Non ce la faceva ad andare nè avanti né indietro, sembrava incollato al terreno e tremava come una foglia. La Marchesa pensò che fosse un folletto del bosco, ma poi si vergognò di se stessa, sapeva molto bene che erano solo personaggi delle fiabe, ma lui ci assomigliava molto.
Cercò di chiamarlo più dolcemente possibile, così lui si avvicinò ed iniziò a chiederle scusa…non voleva dare noia a nessuno. Quella mattina si era svegliato molto tardi, Era in ritardo, doveva trovare da guadagnare qualche soldo per poter comprare qualcosa da mangiare. La Marchesa intenerita, invitò l’omino a sedersi all’ombra della grande quercia. Chiamò la cuoca e le fece portare le polpette piccanti che aveva cucinato la mattina sul focolare ormai nero. L’omino iniziò a sentirsi meglio, nessuno voleva fargli del male e a quel pensiero sembrava si raddrizzasse piano piano. Quando la cuoca, con la sua vestaglia tutta logora a righe ocra e rosa, portò in tavola il tegame di polpette a sugo e tanto pane l’omino pensò che tutto quel mangiare in vita sua non lo aveva mai visto, e lo mangiò con avidità. La signora gli chiese cosa faceva dentro quell’albero e lui le disse che dormiva lì da tanti anni, ma nessuno lo aveva mai visto perché la mattina andava via molto presto e la sera tornava molto tardi per non disturbare. La Marchesa, presa da uno slancio di bontà, le offrì una piccola stanza con un letto, un bagno e qualcosa da mangiare tutti i giorni, in cambio lui avrebbe dovuto fare delle piccole pulizie in giardino. Lui naturalmente accettò, ma quando poteva tornava a nascondersi nell’albero.
Fantasia, colore, generosità, sorrisi, nascondigli segreti e non…..
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