
La signora annuvolata – di Vanna Bigazzi
” Come ti stavo dicendo” continua Giuseppe parlando al suo amico, “osservo spesso quella signora della quale molti parlano. Ogni volta cerco in lei qualcosa di attraente. Tu lo sai, mi piace sognare le donne anche perché rinsecchito e ringobbito come sono, non ho mai avuto troppa fortuna in amore… Tuttavia, ogni volta, la mia fantasia rimane delusa a causa della sua espressione sempre annuvolata, severa, direi indisponente anche se lei non è male…” ” Ma sarà vero che litiga sempre con il marito?” aggiunge Carlo. ” Cosi’ dicono, certo che con una megera del genere, non deve esser facile andare d’accordo!” ” La sua domestica dice che è sempre ostile, risponde con rabbia ogni volta le si rivolga la parola, tanto è vero che la poveretta cerca di parlarle il meno possibile, perché ha paura. Risponde sempre alzando la voce, ti fulmina con quello sguardo irato e fisso come se volesse annientarti.” ” L’altro giorno ” riprende Carlo: ” preso dalla curiosità, ho fatto un giro intorno al suo giardino. Nessun segno di vita. Strano, ho pensato, in genere qualcuno viene sempre a bagnare le ortensie ma il terreno è molto secco… Neanche il cane, significa che se ne sono andati, però dalla finestra sul retro, ho intravisto disordine, la domestica non deve esserci stata. Il telefono continuava a suonare, mah…” ” Dobbiamo tenere la situazione sotto controllo ” aggiunge Giuseppe: ” E’ insolito che non ci siano, non si assentano spesso, forse non ricordo bene.” Nel frattempo Giuseppe era impegnato ai fornelli ed il profumo di soffritto aveva attanagliato lo stomaco di Carlo. ” Che ne dici di mangiare qualcosa insieme?” ” Molto volentieri grazie, cosa prepari di buono?” ” Polpette piccanti! ” ” Che bontà, accetto davvero volentieri.” Mentre Giuseppe controlla la cipolla al fuoco, che prenda il colore giusto, dorato e non si scurisca troppo, Carlo dà ancora un’occhiata con sospetto a quella casa disabitata che si trova proprio di fronte. I due consumano con gusto quel piatto saporito, dopo di che si salutano promettendosi che si sarebbero rivisti a breve per aggiornarsi sul controllo della casa. Alcune sere dopo, Giuseppe, prima di coricarsi, intravede dalla finestra sul retro un piccolo bagliore. Preso dalla curiosità, si infila il giubbotto e esce per osservare più da vicino. Di fronte al focolare nero della stanza, schiarita dal bagliore di una piccola fiamma, intravede la sagoma di una donna che si scalda le mani, avvolta da una coperta ocra e rosa, ma è lei? Giuseppe non riesce a distinguere, guarda meglio avvicinandosi ancora, vicina la cassetta degli attrezzi aperta, dalla quale si intravede fuoriuscire una forma simile a quella di un punteruolo lungo ed acuminato. Accanto, disteso a terra, un badile a punta pronunciata e a lati rialzati, con manico corto e di facile impugnatura. Il cuore di Giuseppe inizia a galoppare, senza capirne ancora il perché. ” Chi sarà mai quella figura nascosta dai bordi arricciati della coperta?” Ma all’improvviso quella strana sagoma si gira, a stento la riconosce, la signora. Lo guarda dal basso in alto con occhi felini, quasi incandescenti in quel buio diffuso, esprimono follia e malvagità. Fugge terrorizzato il povero Giuseppe, percorrendo il muretto che recinge il giardino, con un colpo d’occhio veloce intravede di sfuggita che le ortensie non sono più al loro posto; divelte, riposano di lato in attesa di essere nuovamente interrate.
Paura, paura! 😲
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