Willy – di Rossella Gallori

….uno strano tam tam vibra tra le nostre strade, strade piccole: qualche madonna, cassonetti affollati, giardinetti, parco, qualche siringa abbandonata, cacche di cane….
È morto ieri….nooooo!! Ma non era vecchio…
I più fortunati ed insonni come me lo vedevano al mattino presto, lui e la Mile…il giornale , il caffè…e lui che si faceva accarezzare dall’aria fresca….
Gli altri lo trovavano nel pomeriggio al parco, con Matteo, raramente con Massimiliano….
È morto ieri, chi Willy?
Si lo so, Willy era un cane, ma che nessuno si permetta di dirlo…pensarlo…Willy era ed è uno di noi, uno di Rovezzano, uno che salutava per primo, uno che riconosceva la mia voce, il mio fischio stonato, il postino, il prete, il tabaccaio…..uno che ha accompagnato Paolo nella sua malattia, nelle sue ultime ore, un cane grosso, un po’ rottweiler un po’ qualcos’altro, tenero come un cucciolo…lo ricordo sdraiato accanto al suo padrone vero, che non c’è più. Un immenso canone nero come la notte e lucido come la seta…..un killer di ciabatte…uno strangolatore di giochi di plastica….trasformato in affettuoso infermiere.
E non c’era bimbo che non lo volesse accarezzare, né barista che non si commuovesse ai suoi occhioni color cioccolato, imploranti difronte ad un bocconcino di prosciutto …la sua coda ringraziava, salutava, parlava per lui.
Ricordo lo strano rumore mentre beveva, una onda umida ed invasiva, divertente, anche per chi doveva pulire..
È morto un cane, no è morto un amico, un amico a quattro zampe, un compagno di vita per i suoi….
Chissà dov’è ora, lo vedo correre, con gli altri: Poldo, Lampo, magari anche con qualche gatto, con cui sapeva convivere.
C’ è un po’ più silenzio a casa di Willy da qualche giorno, ma lo sentono ancora abbaiare, quando suona un campanello, quando un amico sta arrivando….
Ciao amico di pelliccia
