Ottava nota – di M. Laura Tripodi

Il corridoio era lungo e stretto. Non c’erano finestre, solo porte tutte uguali, tutte chiuse. Il percorso era luminoso, nonostante non vi fosse luce artificiale.
Come in sottofondo si poteva udire un’armonia ritmica; solo se si faceva tacere il rumore dei passi. E se non fosse stato per la serenità che infondeva quel suono la mente si sarebbe senz’altro diretta al rumore di una catena di montaggio.
Occorreva tendere l’orecchio al massimo per capire quale fosse la porta da aprire.
Era la penultima, sulla sinistra. Adesso sì, era più chiaro: quattro note sublimi, come battute con dolcezza su uno xilofono. Riecheggiavano leggere e invitavano alla meditazione. Piano piano Marta azzardò la sua mano sulla maniglia. Senza il minimo rumore si aprì uno spiraglio su una stanza completamente spoglia. C’era solo un telaio sul quale Pinocchio, di spalle, stava lavorando. Tesseva una bella tela colore ecru e ad ogni movimento una nota volteggiava nell’aria. Dlin dlon dlan dlun. E poi daccapo. Ogni tanto Pinocchio inseriva un filo rosso ed era quello il momento in cui, stando molto attenti, si poteva percepire un suono diverso, come di leggero sibilo.
Il burattino ebbe una leggera esitazione, a Marta sembrò che volesse girare il capo verso di lei, ma non accadde. Richiuse la porta certa che Pinocchio stesse sorridendo.
Misterioso, intrigante, affascinante, un’immagine in movimento davanti agli occhi della fantasia e del sentimento
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….ecco…vedi che succede!!!! Leggo e voglio esser Pinocchio…magra con il giacchettino colorato ed il cappelluccio un pò a punta…vorrei saper tessere…ed inserire fili rossi…alla tela ,alla mia vita…vorrei sorridere…di spalle ..dalle parti…vorrei sorridere…invece so solo metaforicamente stringerti la mano e complimentarmi…
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Molto lieve e gradevole: grazie Maria Laura
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Fantasia raffinata e piacevole che lascia in sospeso, il non definito è sempre molto suggestivo, brava
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